È INIZIATO IL GRAN FINALE.
Ero tra quelli rimasti più delusi dopo Londra 2012 della nostra Federica Pellegrini, e ne parlavo anche qui. E in quella delusione si nascondeva il pensiero rammaricante di non poter più vedere la nostra più grande nuotatrice a dare spettacolo in acqua e a tenere alto l’onore della nostra nazione. Un pensiero alimentato anche dalle sue parole, che sembravano annunciare un ritiro; ma soprattutto alimentato da quelle prestazioni decisamente sottotono, opache, deludenti, quasi misere, sportivamente parlando.
Oggi, invece, a distanza di due anni, e a 10 anni dalla sua prima apparizione sul palcoscenico del nuoto mondiale, la “divina” ha deciso di riprendersi il centro di quel palco, o comunque le zone vicine. E di allontanarsi dalla periferia che, sinceramente, non le appartiene. E non ci appartiene, pensando a lei.
Prima l’argento mondiale di Barcellona 2013. Oggi, l’oro europeo di Berlino. Terzo consecutivo nelle manifestazioni continentali. E sempre lì, in quei 200 stile libero che sono la sua gara preferita, la gara che le ha donato tale luce divistica su di sé. Un oro che si aggiunge a quello nella staffetta 4x200 stile, a modo suo più pazzesco, più spettacolare, più emozionante, decisamente più gasante: straripante la Pellegrini, che entrata in vasca con un ritardo importante di quasi 5 secondi dalla prima, compie l’improbabile rimonta, con uno scatto esaltante e incredibile negli ultimi 25 metri, bruciando letteralmente l’avversaria.
È l’immagine della donna che taglia la superficie dell’acqua, e scompare. Si trasforma. Diventa velocità pura, armonia delle forme e del gesto atletico, essenza della tecnica, bellezza complessiva. È quello che riesce a regalarci il nuoto, lo sport.
Era caduta. Si era fatta male. Ci aveva fatto soffrire.
È tornata, per servirci il gran finale della sua carriera.
Oggi intanto la ringraziamo. Lo faremo sempre, nonostante tutto. Per tutto quello che ha fatto in questi 10 anni.
Ma l’aspettiamo...
Per quel passo, decisivo. Per superare quell’ultimo gradino, a guardarlo così enorme. Ed entrare nella leggenda, nell’olimpo dei più grandi sportivi di tutti i tempi.
Dajè Fede!