È TEMPO DI TORNARE GRANDI

10.03.2014 19:03

C’è una sola squadra italiana in Europa, quella che conta. Da sempre. Più di ogni altra competizione calcistica per club: la Champions League. Ebbene, non è la Juve, la grande Juve di Conte, né la Roma, né il Napoli, squadre che stanno dominando il nostro campionato. Né l’Inter, né la Fiorentina, glorie del nostro calcio. È il Milan, da sempre onore del calcio italiano nel mondo, la squadra che ne ha vinte sette di quelle coppe là.

Caro Milan, ci sei rimasta solo tu, a difendere i nostri colori, ancora tu, inevitabilmente tu. Quella di domani sera al Vicente Calderon di Madrid potrebbe essere la tua ultima comparsa in Champions, per quest’anno, ma anche e soprattutto per il prossimo. L’11esimo posto e la distanza dal Napoli, terzo, sono dati talmente chiari ed oggettivi che solamente un cataclisma di proporzioni storiche potrebbe sovvertirli.

E allora caro buon vecchio e glorioso Milan, non è tempo di mezze misure. Non è tempo di errori e superficialità difensive. Non è tempo di inconsistenza e mancanza di idee a centrocampo. Non è tempo di sbagliare gol davanti alla porta. Non è tempo di distrazioni gratuite. Non è tempo di regali. Non è tempo di possessi palla sterile e infruttiferi. È tempo di riconoscere i propri limiti. Scoprire che sono tanti, troppi per il tuo blasone. È tempo, allora, di mandarli a quel paese. E andare oltre. A Madrid non si vince né con i piedi, né con la testa. Si vince innanzitutto con il cuore, che ti butta oltre il pronostico e la disarmante realtà dei fatti, che ribalta l’essere inferiore, e ti rende superiore. Mettici il cuore, caro Milan, il cuore che si esalta con quella musichetta, che da sempre è la tua colonna sonora. La colonna sonora di grandi imprese.

Quelli dell’Atletico sorridevano al momento del sorteggio. Caro Milan, hanno avuto paura all’andata, ma sta di fatto che stanno ancora sorridendo, e ringraziando il destino di un confronto per loro favorevole. Eh caro Milan, anzi, caro diavolo, smetti di dormire sornione laggiù all’inferno. Svegliati, e torna a comandare a casa tua, da troppo tempo ormai hanno fatto feste altri, a tuo sbaffo, e tu l’hai lasciati fare. Manda via chi non ci abita veramente, ma è solo di passaggio (anche piacevole): si sa, l’ospite dopo un po’ puzza. L’Atletico ospite dovrà imbronciarsi domani sera, per aver tentato di usurpare la casa del padrone.

Corriamo, e mettiamoci tutto su quel campo. Ci hanno detto che l’impresa è impossibile. Hanno anche tentato di persuaderci affinché credessimo a ciò. Noi del Milan sappiamo che “impossibile” non esiste nei nostri dizionari, e non è scritto nel nostro dna. Il nostro dna ha i codici genetici della Champions League.

Potrebbe essere l’ultima comparsa sul palcoscenico della Champions. Se lo sarà, almeno usciamo a testa alta. Usciamo come il padrone di casa che decide, di sua volontà, di andarsene un po’ in vacanza e lasciare la dimora in custodia ad altri inquilini, chissà anche amici. Insomma, senza mezze parole, usciamo da Milan.

Oppure non usciamo, che è meglio.

Il tempo di emozionarci con quella musichetta non è finito.

È tempo di tornare grandi.