A suo modo...un Capolavoro!
Chi scrive è sempre stato un sostenitore di Massimiliano Allegri, fin dai tempi di quel suo Cagliari che di partite capolavoro ne aveva confezionate qualcheduna, considerate in rapporto alla propria dimensione calcistica. Lo ero anche quando il Milan perdeva a San Siro con l’Atalanta, e dopo i 7 punti delle prime 8 giornate di campionato. E lo sono anche adesso: dopo la bellissima vittoria di ieri sera, contro la squadra più forte del mondo, a detta di tutti (non proprio del sottoscritto, che ha sempre sostenuto il Barcellona come “tra” le migliori del mondo, e non “la”, e Messi “tra” i migliori del mondo e di sempre, e non “il”). Tuttavia, Milan Barcellona, con questo Milan di forze nuove e in crescita, e quindi ancora acerbo sotto tutti i punti di vista, aveva il sapore di quelle partite senza storia, senza nemmeno da giocare, tanto era scontato il suo pronostico.
Ma “LA STORIA SIAMO NOI”, citava la splendida coreografia allestita dalla curva sud alla Scala del calcio. Ed è vero, anche se la storia del calcio moderno è il Barcellona, la storia di questo sport, in senso più generale e internazionale, a livello di club, è il Milan, cioè la squadra più titolata al mondo: e non si può sostenere ancora il contrario, perché questo è un dato di fatto, oggettivo. Quando il Diavolo sale sul palcoscenico della Champions - quella competizione che l’ha visto trionfare 7 volte nella sua storia, secondo solo al Real Madrid- si trasforma, non si nasconde, ma viene fuori allo scoperto a imporre tutta la sua debordante autorità, a dettare legge, con il più debole, o con chi viene chiamato “il più forte”. La partita di ieri sera è la partita perfetta, soprattutto a livello tattico. Perché il calcio è lo sport più bello del mondo? (E qualcuno ancora lo nega) Semplice: perché nel calcio può accadere quello che si è verificato ieri sera, cioè che anche gente come Mexes, Zapata, Costant, Abate, Ambrosini, Muntari, Montolivo, El Sharaawy, Boateng e Pazzini, possano avere la meglio su Piquè, Puyol, Jordi Alba, Daniel Alves, Xavi, Busquets, Fabregas, Iniesta, Pedro e Messi. Nel nuoto no, Magnini non potrà mai battere Phelps; nell’atletica non vedremo mai un italiano fare meglio di Bolt nei 100 metri, ecc... Nel calcio può accadere l’impossibile, l’improbabile, perché non conta solo saper usare bene il pallone, ma ci sono strategia, intelligenza tattica, furbizia, che possono sopperire al gap tecnico tra due squadre. Nel calcio anche un Muntari qualsiasi ti può segnare un gol al volo di sinistro contro il Barcellona. La partita di ieri sera è stata la vittoria personale di Allegri, il suo vero e più importante (fino ad ora, spero ce ne saranno altri) capolavoro tattico. L’aveva preparata bene anche l’anno passato, ma questa volta è riuscito a migliorarsi ancora, attitudine che concerne in pieno a chi il proprio mestiere lo fa bene, da vero professionista, come appunto l’allenatore del Milan. La partita l’hanno vista tutti, è inutile dire dove e come il Milan è riuscito a far passare una serata tranquilla ad Abbiati, perché è abbastanza palese, e ne hanno già parlato in tanti. Alcuni sostengono che quello adottato dal Milan sia l’unico modo possibile, oggi, per battere questo Barcellona: non sono di questa opinione, anche perché, secondo me, la squadra blaugrana in fase di non possesso ha dei limiti piuttosto evidenti, soprattutto nel reparto arretrato, e se attaccata con una certa insistenza, può cedere.
Tuttavia, il Milan e Allegri si portano a casa il primo tempo del confronto: al Camp Nou sarà un’altra storia, sarà dura, ma le possibilità di colpire al fianco “la remuntada” del Barca ci sono, anche perché una “remuntada” che la faccia il Barcellona, o il Poggibonsi (con tutto il rispetto per il Poggibonsi), prevede sempre qualche rischio, che questo Milan, con questi giovani e sfrontati interpreti, può sfruttare a suo favore.
Complimenti quindi alle nostre due squadre impegnate in Champions: alla Juve dello 0 a 3 di Glasgow, campo difficilissimo, che se ne dica, e a questo Milan che è tornato a fare la voce grossa in Europa, come dovesse sempre competergli, per sua stessa natura.
Caro Messi, vieni in Italia a segnare tutti quei 300 e passa gol. Se ci riesci.