28° GIORNATA di Campionato di Serie A 2015/16

08.03.2016 09:48

Applico un testacoda e inizio questo riassunto della 28esima giornata del Campionato di Serie A parlando del Frosinone, e della lotta salvezza. Già ad inizio campionato sentivo che la squadra di Stellone potesse essere attrezzata per dare fastidio e restare nel massimo campionato. Con la vittoria importante ed estremamente voluta (e in questo sta il vero e più significativo punto di forza dei ciociari: conoscere l’obbiettivo partita per partita e volerlo conquistare dando tutto, e anche oltre quel tutto) sull’Udinese, sicuramente più di quanto l’abbiano voluta gli uomini di Colantuono – convinti di essersi rimessi in sesto dopo la vittoria contro l’Hellas, che ha solo nascosto i problemi, senza risolverli – e la conseguente sconfitta del Palermo in serata contro l’Inter, ora la salvezza è ad un solo punto. Palermo, Udinese ed Atalanta non stanno bene. Possono mettere sul piatto maggiore esperienza, nel saper gestire certi momenti e certe pressioni, a livello mentale ed emotivo, ma il Frosinone non si nasconde, guarda la classifica, e sa di poter sperare: con concretezza, cinismo, gestione dei 90 minuti, e gente che vede bene la porta; e tanto entusiasmo. 
Se la mina vagante dei piani bassi è la squadra di Stellone, ai piani alti tale nomina spetta, al momento, alla Roma di Luciano Spalletti. Molti sostenevano che le sei vittorie consecutive erano determinate dal fatto che avesse incontrato avversari di medio valore, o comunque sicuramente non all’altezza dei giallorossi: il 4 a 1 rifilato alla Fiorentina di Sousa, diretta concorrente al terzo posto, vanifica e smentisce tali azzardate ipotesi. L’equazione è semplice: alla Roma mancava un allenatore. Spalletti lo è, ed è un allenatore che in Italia riesce a dare ancora più, perché conosce a fondo il nostro calcio, il sistema, il gioco. Ergo, la Roma vince. Il calcio a volte è molto semplice. E la vittoria sulla Viola è frutto di gioco, non di episodi; è frutto di preparazione, non di casualità. Dall’altro lato urge che Sousa risistemi la difesa, da un po’ di tempo diventata imbarazzante: non si può pretendere che a difendere sia sempre “il possesso palla”, è come nascondere la polvere sotto il tappeto.
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