Che cosa è il calcio?
Troppe critiche, tropo malumore, che non sono da Milan. Chi scrive è un milanista, ma anche un appassionato di sport, e del calcio. La mia analisi è quindi spinta da sensazioni di tifoso, ma anche da considerazioni oggettive di chi guarda, e prova ad esprimere un giudizio.
Il Milan ha smantellato una squadra, da vecchie glorie come Seedorf, Nesta, Gattuso, Zambrotta, e da un campione vero come Ibrahimovic e un altro immenso come Thiago Silva. Non si possono pretendere le stesse prestazioni. E non si può pretendere che l’anno zero di questo Milan possa iniziare alla grande. Perché nulla si crea senza sacrificio, lavoro, e soprattutto, ripeto soprattutto, bocconi amari da digerire. Non si può pretendere da Allegri di riuscire immediatamente a passare ad un sistema di gioco da uno che prevedeva lancio lungo per Ibra- gol, oppure nella migliore delle ipotesi, lancio lungo per Ibra- assist o sponda- gol di Nocerino o Boateng, un gioco quindi sterile, un non gioco effettivamente, e che poche volte ha mostrato punte di alto livello: fra tutte il 4 a 0 in Champions con l’Arsenal. È stupido pensare che un mister riesca in poco tempo a dare un’entità ad una squadra che è nuova, che di Milan, del vecchio Milan non ha più niente. Qui ad Allegri gli si chiede di creare quasi dal nulla. E se non sei Dio, la missione è praticamente impossibile.
E io penso, invece, che Allegri sia l’unico allenatore in grado di poterlo farlo. Perché l’ha già fatto. Ha già allenato una squadra senza fenomeni, ottenendo grandi risultati, non solo numerici, ma soprattutto di gioco. Mi fa veramente pena sentire opinionisti che due anni fa, quando il mister toscano vinceva lo scudetto alla sua prima stagione al Milan, lo lodavano come pochi, e ora a distanza di due anni si permettono di criticarlo profondamente, arrivando a dire “chi gliel’ha dato il patentino a questo qua!?” (per inciso, detto con furia, dopo il cambio Boateng- El Sharawy, che di fatto è stata la mossa più logica e azzeccata della partita di Champions contro l’Anderlecht di martedì sera. Io mi chiedo ancora come fanno certi incompetenti ad essere in televisione a parlare di calcio!). Ecco tutti dimenticano troppo facilmente, e non dovrebbe essere così, perché dispiace, soprattutto quando si tratta di tifosi del Milan, che del rispetto per i suoi allenatori e giocatori hanno fatto una loro caratteristica. Io non dimentico...
Non dimentico che nel campionato scorso abbiamo fatto solo 5 punti nelle prime 5 gare. E alla fine siamo arrivati solo secondi ad una splendida Juve.
Non dimentico che in quello prima, abbiamo totalizzato 5 punti nelle prime 4. E abbiamo vinto lo scudetto.
Non dimentico che abbiamo giocato partite senza Ibra, dimostrando di saperle vincere e giocare bene.
Non dimentico che abbiamo giocato partite senza Thiago, dimostrando di tenere botta comunque anche in partite importanti.
Non dimentico quello che ha fatto Allegri l’anno scorso, con un’ecatombe di infortuni che avrebbe spezzato le gambe ad un esercito di elefanti, riuscendo a portare il Milan quasi a vincere il secondo scudetto consecutivo.
Non dimentico quello ha fatto contro il Barcellona, perché con una squadra che sembrava pressappoco quella di oggi, è riuscito ad uscire a testa alta da ogni confronto in Champions con i più grandi del mondo. Per chi si chiede chi gli abbia dato il patentino, lo 0 a 0 a Milano, (e anche la buona prova del ritorno dei quarti), è tutto merito del mister: guardate la disposizione tattica del Milan in quella partita, guardate l’idea di gioco, l’impostazione e la preparazione strategica a quella partita: forse molto più intelligente di tante altre che hanno provato altre squadre contro questo Barcellona.
E non dimentico, tornando più indietro, quello che ha fatto mister Allegri con il Cagliari nella stagione 2008/09. Partito male con 5 sconfitte nelle prime 5 gare, è riuscito poi a totalizzare 34 punti nelle successive 17 (media da due punti a partita), arrivando poi alla quota salvezza di 40 punti, in larghissimo anticipo. Ma soprattutto dando un gioco chiaro, alla sua squadra: coinvolgente, totale, affascinante, ed efficace. Quel Cagliari era una macchina perfetta, che sapeva anche offrire grande spettacolo. Quel 3 a 2 alla Juventus a Torino, o quel 4 a 1 alla Lazio, sono solo due dei massimi esempi. E l’anno successivo, stesso identico inizio: un punto nelle prime cinque gare, poi 31 in 16 partite. Ma qui sembra che me lo ricordi solo io. Allegri è diventato un incompetente? Oppure anche in quel caso era merito dei campioni che aveva in rosa, e non suo? Perché qualcuno potrebbe pensare che Larrivey, Lazzari e Matri erano dei fenomeni mondiali.
Quindi è brutto paragonare il grande Milan ad una squadra di minori aspettative come può essere un Cagliari. Ma a me piace farlo. Perché se i risultati sono quelli, ben venga. Assolutamente. Ma ripeto, 5 sconfitte nelle prime 5 giornate: il gioco per essere creato ha bisogno di tempo. Damoglielo a questo Milan, e al suo allenatore. Impariamo ad aspettare, ad avere pazienza. Siamo troppo abituati al “tutto e subito”, e non è da tifosi del Milan.
Citando Neruda, “Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità”.
Tra l’altro, altra cosa di cui tutti si dimenticano. Real Madrid stellare del dio Mourinho, 4 punti nelle prime 4 gare, con due sconfitte. PSG di Ibra e Thiago e dei milioni su milioni di euro investiti, 3 punti nelle prime 3 partite. Cos’è il calcio allora? Un 2+2 che fa 4? No. Il calcio è tattica e rigore strategico, misto a tanta passione ed emozioni collettive. Il calcio è matematica sì, ma non fatta con il cervello, bensì con il cuore. Pertanto senza fare paragoni forse banali e per qualcuno forse anche senza senso con questi squadroni, io mi accontento di quello con il Cagliari.
E con passione urlo, insieme a Tiziano Crudeli, “con il cuore si vince!”