Christopher Nolan

23.08.2013 08:15

Il secondo regista a cui voglio dedicare un piccolo spazio qui nel mio blog non può essere altro che lui, Christopher Nolan. “Piccolo” spazio perché in realtà gli ne ho dedicato uno molto più ampio ed approfondito nel mio libro, “Christopher Nolan – Realtà e sogno al lavoro”, pubblicato recentemente con Whiterose Pictures (www.whiterosepictures.it/nolan.html). Se Peter Weir è uno dei miei registi preferiti da diverso tempo, l’amore e la passione che nutro per il cinema di Nolan, e per la sua poetica, è nata in tempi più recenti. L’ho scoperto con Memento, il suo film cult per eccellenza, la sua “genialata”, che oltre a metterlo in evidenza tra il giovane pubblico, l’ha posto anche all’attenzione della critica. Tuttavia, pur piacendomi moltissimo, con Memento non è nato quell’amore a prima vista verso il suo creatore/autore come mi è capitato con i film di altri registi. È dovuto passare qualche anno. È con The Prestige che ho capito che avevo a che fare con un autore sapiente, meticoloso, creativo, che faceva un cinema potente, sempre spiazzante, ed originale. E che mi piaceva moltissimo, soggettivamente parlando. Poi la consacrazione definitiva nei miei confronti: Il cavaliere oscuro. Pensate di mettere insieme il rigore più imprescindibile dell’autore più fanatico del reale, del realismo più vero, del verosimile più autentico, con la fantasia, l’audacia, la sapienza stilistica e quella commerciale, la potenza onirica del classico, ma intelligente autore di blockbuster: ecco, chi ne esce fuori può avere il volto da giovanotto e il carattere deciso di Christopher Nolan. E sicuramente, in tale senso, Il cavaliere oscuro è paradigma di questa sua descrizione.

Christopher Nolan, pur adeguandosi per molti versi alle rigide regole vigenti ad Hollywood, ha saputo portare dentro i confini americani una ventata di aria fresca, di novità: ha innalzato il blockbuster, paradossalmente, portandolo, invece, nei confini del cinema d’autore europeo; gli ha conferito un’aura riflessiva, concettuale, umanamente quotidiana, inserendolo nella sfera del reale, del verosimile. Perché dietro la fervida immaginazione che ha liberato dalle catene uno spiazzante Joker, che ha piegato Parigi, con le sue strade e i suoi palazzi, come fosse un origami, che ha rovesciato il corso lineare e naturale di un racconto, che l’ha visto indossare i panni di un illusionista per ingannarci con il Prestigio del Cinema, c’è un tradizionalista che fa pochissimo uso degli effetti visivi, preferendo costruire tutto dal vero, e girando tutto quello che può con una sola cinepresa: ama la materialità e la concretezza nella resa della scena: la sceneggiatura prevede una scena con autoarticolato che si ribalta, quello deve essere un vero autoarticolato che si ribalta; prevede un edificio che esplode, deve essere un vero edificio che salta letteralmente in aria con cariche esplosive. Il blockbuster cresce di misura dietro la direzione artistica di Nolan; non spegne il cervello dello spettatore, ma la sensazione puramente ludica e avventuriera di quest’ultimo, è solo strumento per arrivare a confrontarsi su temi importanti, tra cui l’amore e la perdita, la famiglia, la responsabilità, il destino, il sacrificio, e anche il cinema, la sua natura, il suo significato, la sua essenza.

Con Nolan non ci si annoia. Con Nolan si pensa. Con Nolan si ritorna a scoprire tutta la bellezza del Cinema, che spesso resta fin troppo nascosta.

 

Following                                                  7

Memento                                                  8

Insomnia                                                  8

Batman Begins                                          8

The Prestige                                             9

Il cavaliere oscuro                                    10

Inception                                                  9

Il cavaliere oscuro – Il ritorno                     9