Festival di Sanremo 2012

21.02.2012 16:48

Non si è conclusa da molto la 62esima edizione del Festival della Canzone Italiana. Che di canzone e musica ormai ha ben poco. Vorrei esprimere un giudizio generale, però cercando di dare un po’ di voti, per rendere il tutto più semplice e chiaro. Partiamo dalle canzoni, come è giusto che sia, e dai cantanti.

 

LA NOTTE di Arisa. Voto 5

Non la solita Arisa, quella di Sincerità, per intendersi. Presenta al Festival un brano più impegnato. Il testo però è piuttosto banale, sempre le solite tematiche, espresse con le solite metafore. Merito per l’impegno, e per aver cambiato regime stilistico. Ma se l’Arisa di prima almeno era originale e riconoscibile ad orecchio (poteva piacere o no), adesso ha perso anche questo.

UN PALLONE di Samuele Bersani. Voto 7

Non il miglior Bersani, musicalmente parlando. Però presentarsi al Festival con le scarpette da calciatore, è stata una ganzata. La canzone è uno swing piacevole, il testo è significativo. Ma il tutto sembra rimanere un po’ in superficie. Mi aspettavo molto di più.

NANì di Pierdavide Carone e Lucio Dalla. Voto 7

Uno dei pochi veri talenti usciti da Amici. Un cantautore non strabiliante, ma sicuramente sempre interessante, con personalità, e coerenza. Cose che contano per formare un artista. La canzone è buona, affronta un tema non scontato, difficile, e significativo. Quasi da film. Dalla dà il suo apporto nel modo migliore.

AL POSTO DEL MONDO di Chiara Civello. Voto 3

Presentata come la migliore artista jazz italiana del momento, con grandi studi all’estero, mi aspettavo chissà cosa. Invece, il niente. Solite parole, cielo sguardo infinito impossibile cadere giù. E’ una minestra assaggiata un sacco di volte. E l’arrangiamento musicale non aiuta, anzi: piatto e poco incisivo.

RESPIRARE di Gigi D’Alessio e Loredana Bertè. Voto 2

Penso che la musica italiana abbia toccato veramente il fondo. Che il testo non è neanche malaccio. Ma per il resto, si salvi chi può.

CI VEDIAMO A CASA di Dolcenera. Voto 4

Lei non mi è mai piaciuta. E qui non mi smentisce. E’ sempre lei. Una canzone che non lascerà il segno.

NON è L’INFERNO di Emma. Voto 4

Emma che non sa nemmeno chi le ha scritto la canzone. Emma non è un artista. Emma è una che canta bene. Ma chi canta bene può andare benissimo a cantare nelle sagre di paese, non al Festival di Sanremo. Emma che canta un testo sociale, attuale, una canzone sulla crisi, non si può sentire. Poi se anche il testo è veramente brutto, ma proprio brutto, allora il mix è servito. Un piccolo dettaglio: ha vinto il Festival. Sarebbe ora di cambiare qualcosa nei metri di giudizio?  Lo so che l’Arte in Italia sta morendo, ma cavolo, cercare di rallentare i tempi almeno! Non sarà l’inferno, ma poco ci manca eh!

E TU LO CHIAMI DIO di Eugenio Finardi. Voto 8

Non il Finardi di Extraterrestre o Musica Ribelle. Ma un Finardi comunque grande, come sempre. Perché questa gente qui non vince? Una canzone bella, con la sua potenza musicale, e con un testo profondo, carico di significato. Che parla di Dio. C’era bisogno di Celentano?

GRANDE MISTERO di Irene Fornaciari. Voto 6

Il testo scritto da Van de Sfroos, racchiude metafore e immagini anche semplici. Ma non è superficiale, anzi. Come dice il titolo della canzone, sotto nasconde un “grande mistero”. La Fornaciari interpreta anche bene, ha una voce piacevole e riconoscibile, ma non lei non è la stessa de Il Mondo cambia. E pecca di vera e propria esperienza, quasi fosse uscita adesso da un talent.

CANZONE PER UN FIGLIO di Marlene Kuntz. Voto 7

Al primo ascolto non avevo capito una parola. Poi loro si sono espressi a livelli più alti. E la performance vale, veramente. C’è particolarità nel rock dei Marlene, non troppo aggressivo, ma misurato, cadenzato. E questa particolarità può piacere o meno, ma oggettivamente parlando è sicuramente una qualità. Hanno portato al Festival la grande musica con Patti Smith. Da inchinarsi.

SEI TU di Matia Bazar. Voto 5

Ascoltata solo una volta. Non mi ha stimolato a rifarlo. Questo qualcosa significa. Non una canzone brutta, ma sicuramente non lascia il segno. Dura quei pochi minuti, termina. E passa tutto subito.

SONO SOLO PAROLE di Noemi. Voto 6

Sufficienza ottenuta grazie al testo di Fabrizio Moro, e a Noemi, che bene o male se la cava sempre bene. Perché ha personalità. Ma la canzone in tutto per tutto è di Moro, nelle parole e nello sviluppo melodico. Se ci fosse stato lui a cantarla, poteva valere sicuramente qualcosa di più. Per Noemi non è nelle sue corde e la cantante non è a suo agio: il suo timbro unico e particolare non viene fuori come dovrebbe.

LA TUA BELLEZZA di Francesco Renga. Voto 8

Renga non è mai stato tra i miei cantanti preferiti, anche se ha stile, e si fa riconoscere molto bene, musicalmente. E tuttavia La tua bellezza è la migliore canzone al Festival che ho sentito. Un testo significativo, che fa riflettere, che parla della bellezza. E quando parli di bellezza spesso, se lo fai bene, parli di tutto. Di Arte, di Amore, di Spiritualità. Renga lo fa, con semplicità sì, ma anche con coerenza, e con trasporto emotivo. Musicalmente forte: un ottimo rock che coinvolge e prende; Renga canta con potenza e forza ma mantenendo l’equilibrio. Per me è lui il vincitore.

PER SEMPRE di Nina Zilli. Voto 5

Lei è anche brava. Lei è originale, particolare. Semplicemente in Per sempre non è lei.

GUASTO di Marco Guazzone. Voto 8

Perché essere invasati per Emma, quando ci sono giovani artisti così? Facendo paragoni, non è poi così difficile stabilire il migliore, e soprattutto capire, da che parte sta la vera musica, quella fatta bene. E invece no. Vince Maria de Filippi e Gerry Scotti. Addio musica. Vabbè senza dilungarmi troppo, avrete certamente capito che tra le nuove proposte di quest’anno, questo tipo qua è stato la sorpresa artistica del Festival. Musicalmente la miglior canzone di tutte, anche tra i big. E il testo ti guasta, veramente. Si avverte il serio studio musicale alle spalle, si sente un certo spessore, creato con il sacrificio e il sudore. Non si diventa cantanti per caso, per Amici. E non si possono vincere i Festival musicali. Di questa portata, poi!!

Passiamo a dare i voti ai protagonisti televisivi e ricordare così alcuni momenti del Festival.

GIANNI MORANDI. Voto 2

In completo imbarazzo. Un pesce fuor d’acqua. Non sa presentare. Non conosce la televisione e non ha tempi televisivi. Pensi a cantare, che anche quello....

ROCCO PAPALEO. Voto 3

Anche lui come Morandi. Non è un grandissimo attore e personaggio in generale. Ma come spesso accade il Festival spegne quasi tutti, quasi ci fosse un timore reverenziale. Spegne anche lui. E la luce era già piuttosto debole.

IVANA MRAZOVA. Voto 1

Bella è bella. Poi nulla. Storpiare al maggior Festival di Musica Italiana, e ripeto Italiana, il nome di Ennio Morricone basta e avanza per il suo giudizio complessivo. E non si tratta di un problema con la lingua, ma di vera e propria ignoranza. Questa è stata la ciliegina sulla torta per me. Ma complessivamente ne ha combinate di tutti i colori.

ELISABETTA CANALIS. Voto 2

Forse era meglio che rimanesse negli Stati Uniti. Che poi non si capisce a fare cosa, perché professionalmente è scarsa come sempre.

BELEN RODRIGUEZ. Senza Voto. La farfallina non merita nulla.

Sarà ricordata per la farfallina. Sicuramente per una cosa negativa. Ma intanto di lei se ne parla. Della Canalis no (avesse almeno fatto vedere qualcosa anche lei!). La Rodriguez se la cava in tv, meglio delle sue colleghe donne, si trova a suo agio, e non si fa intimorire dall’atmosfera del teatro Ariston: così era stato anche l’anno scorso. Ed è sincera e coerente con quello che è, sempre, non mette nessuna maschera. (Altrimenti la farfallina non si sarebbe vista). E’ una donna di facili costumi? Scende le scalinate aprendo il vestito. Non dico che sia una cosa bella né tantomeno giusta. Ma non si nasconde come altre: che sono maial...e fanno finta di non esserlo. Lei è così, e lo mostra. Il problema non è suo, ma di chi al Festival ce la invita!

ADRIANO CELENTANO. Voto 3

Perché lasciargli uno spazio di un’ora nella prima puntata? Vogliamo sentire le canzoni, non i sermoni. Non mi dilungo molto su di lui. Dico soltanto che la classica e più scontata banalità “Io credo in Dio, ma critico la Chiesa”- che alla fine è questo il succo del suo discorso- poteva dirla chiunque. Non c’era bisogno di chiamare Celentano. In tv ci si aspetta di poter ascoltare qualcosa di importante, di nuovo, di utile per l’essere umano. Perché non pensi a cantare? Che tu a differenza di Morandi, sei anche un grande artista? E perché non dici quello che vuoi dire con la musica? Invece di alzare tutto sto polverone? Vabbè ti pagano bene...alla fine ti capisco anche, tu sei solo furbo. Il problema, di nuovo, è di chi ti ci chiama al Festival.

GEPPI CUCCIARI. Voto 8

Per fortuna lei. La migliore donna del festival. Il miglior ospite. Il miglior comico. Fa di necessità virtù. Prende tutto lo schifo che il Festival ha mostrato nei giorni precedenti, lo usa per la sua satira, e tira fuori momenti di altissimo livello. Con l’intervento nel finale riferito a Rossella Urru, in pochi minuti, insegna a Celentano e compagnia Rai, cosa significhi, veramente, fare televisione.  E a cosa serve la televisione.

IVAN PIERRI- DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA. Voto 7

Tecnicamente la cosa migliore vista dentro al teatro Ariston, e sul palco. Adatta alle situazioni, non si fa intimorire da ospiti illustri o da momenti epici, come l’assolo di chitarra di Brian May, ma conosce il da farsi, e riesce a fotografare bene ogni momento. Complimenti.

BRIAN MAY e PATTI SMITH. Voto 9

Ospiti rispettivamente di Irene Fornaciari e dei Marlene Kuntz (tra l’altro i primi eliminati dalla gara: cioè gente che ti ha permesso di vedere esibirsi due mostri sacri così? Mah), danno vita sul palco a musica vera, con la M maiuscola. Quella di altri tempi. Quei tempi unici. Sono due i momenti massimi del Festival: da un lato il mitico assolo di chitarra sulle note di We will rock you, dall’altro la celebre Impressioni di Settembre dei PFM rivisitata dai Marlene con la sacerdotessa del rock. I veri trionfatori del Festival sono questi due. Grazie!

LA RAI. Voto 1

Leggere tutto quello scritto qui sopra. Non aggiungo altro.