IL GRANDE GATSBY di Francis Scott Fitzgerald

05.09.2013 17:18

L’ho finito di leggere da un po’. Mi ha richiesto diverso tempo, pur trattandosi di un libro di poche pagine. Da ignorante ho scoperto questo “capolavoro” della letteratura americana del primo novecento, solo dopo aver visto al cinema lo splendido film firmato Baz Luhrman (IL GRANDE GATSBY di Baz Luhrmann). Sì, sto parlando de Il grande Gatsby (The Great Gatsby) di Francis Scott Fitzgerald.

Come il film, altrettanto di più il libro è un prodotto artistico (letterario) davvero notevole. In primis, cosa che risalta subito, la capacità narrativa di Fitzgerald che lo rende un autore all’avanguardia per il suo tempo, sembra quasi di leggere un libro contemporaneo: uno stile quasi colloquiale, se non confidenziale, che sa essere allo stesso tempo ricco di elementi, ma scarno nei fatti raccontati, di fatto aiutando un ritmo sempre coerentemente adeguato. Sa essere piacevole, ironico, scorrevole. Sa essere statico, riflessivo, quasi immobile, e drammaticamente pesante, in ciò che racconta, in ciò che vuol far passare, arrivare: si nasconde tanto, dietro il velo visivamente quasi impercettibile, ma concretamente sensibile - quasi indistruttibile - della leggerezza ironica dello stile di Fitzgerald; si nasconde tanto, e di tanto importante. L’amore è quel sentimento universale, che in quanto tale, può, da solo, permetterti di parlare di tutto; non di tanto, ma di tutto; tutto ciò che conta veramente, tutto ciò che caratterizza l’uomo e la sua esistenza. È in questo assunto che risiede la forza del romanzo dell’autore americano, che allo stesso tempo riesce a dipingere, senza approfondire, ma con uno sguardo attento ed intelligente al vero, la realtà sociale americana dell’epoca, tra feste, bordelli, macchine di lusso, sontuose ville, e una promiscuità sempre più accentuata, tanto da risultare indistinguibili nobili e truffatori, nobil donne e mantenute; riesce a suonare, in modo quanto più romantico possibile, le struggenti melodie dell’amore, pizzicando le corde sensibili del cuore dei suoi lettori; nelle loro menti, invece, riesce a scolpire personalità importanti, fatte di contrasti, ambigue, che impongono necessarie e significative riflessioni; e che riesce ad innalzare proprio con l’immagine di uno sguardo, l’imperscrutabile profondità del mistero, principio ed essenza pura di ogni narrazione.

La vita si osserva molto meglio da una finestra sola