Il Mago con la racchetta
Due stop volley, una di dritto e una di rovescio, a rete. Due punti pazzeschi, incredibili. Gesti tecnici che varrebbero da soli, presi individualmente e isolati da tutta la storia del tennis, per spiegare cosa sia il Tennis, la sua natura e la sua bellezza. Lo ha fatto Roger Federer, nella finale di Wimbledon 2012, lottata e vinta contro lo scozzese Andy Murray, nel momento più importante e decisivo della partita, che di fatto ne ha segnato la svolta in favore del campione svizzero, facendogli vincere il secondo set.
Con il suo Settimo Wimbledon conquistato Roger Federer ha eguagliato il record del suo idolo Sampras e si è confermato ancora di più come il campione più vincente di questo sport: i 17 Slam vinti sono solo una parte (bella consistente sì, ma solo una parte) di tutto il suo palmares e dei suoi record!
Se qualcuno oggi mi chiedesse: “cosa è il tennis?” Io gli risponderei: “guarda una partita di Roger Federer”. Il tennis è eleganza, è polso, è tattica, è educazione. E Sua Maestà Roger incarna dentro di sé ognuno di questi aspetti. Qualche critico sportivo ha anche affermato con convinzione che Federer avrebbe potuto vincere tanto anche con le racchette di legno: perché non ha mai fatto della potenza fisica una sua prerogativa. E io questa cosa la condivido. Federer ha sempre fondato il suo gioco su una buona preparazione atletica, e soprattutto tecnica, nonché mentale: con lui non conta la potenza del colpo, ma la sua precisione, non conta mandare di là la pallina, ma mandarla nella giusta direzione, per colpire il tuo avversario nel suo punto debole; per lui non conta vincere un punto dopo un interminabile scambio da fondo, aspettando l’errore dell’altro, ma sorprenderlo con accelerazioni improvvise, con cambi di gioco, con venute a rete, colpi al volo, e tocchi di classe. Federer è un giocatore di classe infinita, con una varietà di colpi eccezionali e tutti della stessa potenza e levatura: vedere la finale di Wimbledon contro il pur ottimo Murray, per credere. Dritti lungo linea, a sventaglio, servizi vincenti, ottimo gioco a rete, passanti di rovescio, splendido, ad una mano, e pallonetti: traiettorie impossibili.
Se di Jimi Hendrix si diceva che non è che sapesse solamente suonare bene la chitarra, ma addirittura che lui stesso fosse la Chitarra; lo stesso possiamo affermare per Roger Federer: non sa giocare bene a tennis, lui è il Tennis. È l’essenza di questo sport, in ogni suo aspetto. Tecnico e comportamentale.
Con la racchetta in mano Federer disegna linee, scolpisce forme, che vanno a fotografare quasi tutte le sue partite come dei Capolavori d’Arte. Si rimane estasiati davanti a gesti tecnici sportivi di tale bellezza, si salta sul divano e si fa anche qualche grido, che puntualmente gente poco esperta e avvezza al tennis che gira per casa tua di solito non capisce, e ti prende anche per matto. Lo scrittore americano David Foster Wallace, nel suo saggio "Roger Federer come esperienza religiosa", ha dato la definizione a questi momenti, chiamandoli Momenti Federer: "gli attimi in cui, mentre guardi il giovane svizzero in azione, ti cade la mascella, strabuzzi gli occhi ed emetti suoni che fanno accorrere la tua consorte dalla stanza accanto per controllare che sia tutto a posto".
Rimaniamo entusiasti e meravigliati come ammirando un qualcosa che non riesci a comprendere, qualcosa di superiore, che non appartiene a questa Terra. Sempre citando Wallace, "una creatura dal corpo fatto sia di carne sia, in un modo o nell’altro, di luce".
Gli highligths della finale di Wimbledon. Al min. 1.16, e 2.16, gli scambi a cui accennavo a inizio articolo. www.youtube.com/watch?v=nJGbenJkCqk