IO UCCIDO di Giorgio Faletti
Io uccido è un thriller accattivante, continuo, dal ritmo serrato e avvincente. Rappresenta l’opera prima di Giorgio Faletti, ma si inserisce di gran carriera nella storia del thriller in generale, ma soprattutto nella storia della nostra letteratura. Dopo l’incipit iniziale, che definirei spettacolare, sia dal punto di vista narrativo, perché intercetta quel senso di mistero, di paura, suspense e palpitazione che ritroveremo poi in seguito nel libro, sia dal punto di vista “commerciale”, perché dopo un inizio così non puoi non seguitare nella lettura; tutta la prima parte è molto tenuta in corda, con un ritmo lento dovuto alle numerosi descrizioni di personaggi e luoghi: la Montecarlo descritta da Faletti è quella che conosciamo tutti: grandi casinò e gente tranquilla. L’equilibrio viene sconvolto dalla mente sinistra, strana, ma allo stesso tempo geniale, di uno spietato serial killer, che si manifesta alla radio di Montecarlo per dare indizi ai poliziotti, i “cani”, come li definisce lui, sulla sua prossima vittima. I personaggi sono tutti delineati alla perfezione, scavati dall’autore attraverso un attento studio psicologico. L’assassino è un individuo particolare: spietato e umano allo stesso tempo, cinico, intelligente, forte e astuto, spinto da un movente del tutto particolare, quanto originale, che rispecchia una realtà anch’essa strana come è quella dei nostri giorni, che non sto a svelare per non togliere il gusto della lettura a chi non ha avuto il piacere di leggere questo libro. Nel movente, nel background dell’assino seriale, sono centralizzate anche le molteplici tematiche del thriller di Faletti: il rifiuto della società, i gravi traumi subiti, l’amicizia, il tema del doppio e della solitudine interiore… Per quanto riguarda la struttura narrativa, l’autore riesce a confezionare un thriller che pur poggiando su una struttura classica per il genere, riesce a trovare derive e spunti originali. Le vicende si incastrano in un intreccio perfetto. Le sequenze che si susseguono per arrivare allo svelamento dell’omicida sono precise e messe in una scala in crescendo per creare quel giusto senso di suspense, di aspettativa che ci si attende da ogni thriller. Tuttavia non si conclude banalmente con la scoperta dell’assassino, ma con la sua caccia, i “cani” contro la “preda”: avvincente, eccezionale ed entusiasmante. Quando il commissario Hulot, circa a metà libro, scopre il nome dell’assassino, in quella sequenza narrativa scritta così bene, in perfetto stile “thrilleresco” e dal sapore cinematografico, ma non riesce a rivelarlo al lettore, diventa quasi d’obbligo urlare al capolavoro. Ma forse questo splendido libro di Giorgio Faletti non lo è: ci sono alcune superficialità, digressioni che stonano con la storia, e il suo sviluppo, come per esempio la storia d’amore del poliziotto protagonista, un po’ forzata, un po’ troppo voluta, ma di fatto un po’ troppo contorno della vicenda centrale, di per sé già eccezionale.
Io uccido è un libro che consiglio caldamente a chiunque ama leggere, perché davvero entusiasmante, perché scritto bene, perché libri così avvincenti non si leggono tutti i giorni.
Per conoscere Giorgio Faletti.