KIKI - CONSEGNE A DOMICILIO di Hayao Miyazaki
Riconsegnato al cinema circa 24 anni dopo la sua creazione, Kiki – consegne a domicilio è un’ulteriore perla preziosa che va a comporre quella collana che altro non è che la filmografia di Hayao Miyazaki, maestro dell’animazione giapponese. Maestro dell’animazione nel mondo del cinema.
La giovane Kiki, tredicenne, è una piccola strega, che per finire il suo apprendistato si deve apprestare a vivere un anno fuori casa, in una città che non conosce, e sapersi arrangiare con le sue forze e facoltà. È questa la trama del film: un’opera un po’ atipica del famoso autore nipponico, che qui preferisce raccontare l’epicità del vivere quotidiano, del passaggio all’età adulta; preferisce raccontare sentimenti e sensazioni; una storia meno “cinematografica” per potenza visiva e intreccio, ma più squisitamente intimista, naturale, fresca. Essenziale ed esistenziale: come le altre. Che Kiki sia una strega ce lo dimentichiamo fin da subito: non è un fantasy Kiki – consegne a domicilio, perché non ci sono incantesimi strani, o battaglie con mostri cattivi. È un film reale, costruito sapientemente in questa direzione dal suo autore: nei dettagli, nei silenzi delle inquadrature fisse, nei dialoghi preferiti all’azione. Il film è la storia di ognuno di noi e della nostra vita, che ad un certo punto si è dovuta misurare con l’ignoto di un mondo che non conosceva, misurare con se stessa, strapparsi dalla dipendenza di altre vite, importanti, come quelle dei genitori, per crescere e costruirsi da sola, impattando, affrontando e superando i piccoli e grandi problemi di questo naturale, doveroso, e inevitabile cambiamento. Kiki deve cambiare la sua vita, deve crescere: trovarsi un lavoro, capire l’importanza di uno stipendio, e di quanta fatica si deve fare per ottenerlo; che niente si ottiene gratis, ma che tutto si ottiene da uno sguardo che sa sorridere ed amare. Che può capitare di perdere la padronanza del proprio talento: i doni che Dio ci concede sono beni preziosi, che vanno sfruttati, ma che fanno anche soffrire, quando viene a mancare l’ispirazione. Che, quindi, bisogna avere la volontà di andare avanti, e prendere coscienza che quel dono, non è per se stessi, ma va regalato agli altri: solo così esprimerà il suo vero potere.
Tra l’ironia sempre cadenzata tra le pieghe del film, tra rapporti di amicizia mai banali o scontati, tra le “solite” vecchie sagge che dispensano consigli, tra natura e richiami panici, tra adolescenza e turbamenti annessi, in una vena malinconica che sottotraccia rende questo prodotto ancora più vicino alle corde della nostra sensibilità, Miyazaki ci regala un’altra opera memorabile, figlia del suo immenso dono ricevuto da Dio, che è la sua arte. La sua vita.
VOTO 8