L'Italia meno conosciuta fa divertire di più

12.09.2013 17:38

La nostra Italia del basket, dopo gli strepitosi successi della prima fase a gironi, si appresta ad affrontare la seconda fase con la stessa speranza di far bene, ancor più vera, perché rafforzata dalle 5 vittorie su 5 gare, e da una consapevolezza nuova dei propri mezzi: speranza di andare avanti, speranza di arrivare, quanto meno, tra le prime otto, che vorrebbe dire MONDIALE del prossimo anno in Spagna.

C’era qualche decadi addietro uno sport che in Italia era amato quasi quanto il calcio. Quasi. Ma già dire quasi, vuol dire parecchio. Era il Basket. E la Nazionale era seguita quasi quanto quella di calcio, quando era impegnata in competizioni continentali e mondiali. Quell’entusiasmo si è un po’ spento nel tempo, e il basket ha perso il suo appeal e la sua visibilità. Nei confronti della nazionale qualcosa è durato, da quella dei grandi Meneghin, Zanatta, Bisson, e poi più tardi anche con i vari Myers, Fucka, e l'astro nascente Basile, che conquistarono 2 ori Europei, entrambi in territorio francese, fino al 2004, anno incredibile ed indimenticabile (perché le Olimpiadi, chissà perché, se le guardano tutti) dell’argento olimpico. Poi quasi più nulla, due europei abbandonati in modo piuttosto sfortunato e con molto rammarico nel 2005 e nel 2007. Fino ad oggi, fino a Euro2013. Si sono formati nuovi piccoli fenomeni, intanto, in questi anni: gente umile, semplice, senza creste (calcistiche!), ma dedita al sacrificio, all’impegno e al lavoro; qualcuno di loro ha giocato e gioca tutt’ora in NBA, il più famoso e bel campionato di Basket al mondo. Hanno fatto esperienza. Hanno fatto gruppo, che è la cosa sempre più importante e decisiva nei giochi di squadra: Belinelli è la stella, il vero campione che mai si è tirato indietro per la sua nazionale, Datome il campione silenzioso, Cinciarini, Aradori, stakanovisti instancabili, feroci predatori, Cusin, montagna invalicabile, Gentile e Melli, i giovani del futuro, Diener, un play dalla classe cristallina, che deve ancora mostrare tutte le sue qualità. Insieme a tutti gli altri, guidati da un tecnico in gamba, capace, competente, esperto, come Simone Pianigiani, storico coach dell’ultima grande Montepaschi Siena, hanno affinato tecnica e tattica. E la squadra c’è, sotto molti punti di vista, e come si suol dire, un po’ banalmente, è forte!

Fino a qui ci ha divertito, perché ha giocato un basket intelligente ed efficace in attacco, con medie punti buone, molto alte. Ha giocato soprattutto un basket difensivo di alto livello, impressionante nei taglia fuori, nel coprire ogni metro del pitturato, senza concedere spazi, senza far “vedere” corridoi pericolosi, con il giusto equilibrio di aggressività agonistica e rigore tattico.

Le partite che ci aspettano sono toste. Slovenia e Croazia sono le sempre presenti “glorie” del basket europeo, e anche se hanno fatto qualche passo falso nella prima fase, escono fuori alla grande quando i giochi iniziano a farsi più seri, come le grandi squadre sanno fare; e la Spagna è la Spagna, massima espressione attuale del miglior basket del nostro continente. Sarà dura. Speriamo di divertirci ancora. E di esultare. Sì, esultare: questa volta non per un gol di Balotelli, ma per una tripla all’ultimo secondo, da posizione impossibile, di uno dei nostri guerrieri della pallacanestro italiana!