"La Crociata dei bambini"

31.05.2016 17:31

"La colonna di uomini malconci e vacillanti raggiunse il cancello del mattatoio di Dresda, poi entrò. Il mattatoio non era più un posto affollato. Quasi tutto il bestiame tedesco era stato ucciso, mangiato ed espulso da esseri umani, soldati per lo più. Così va la vita. Gli americani vennero condotti al quinto edificio oltre il cancello. Era un cubo di cemento a un piano con porte scorrevoli davanti e di dietro. Era stato costruito come porcilaia per i maiali prima della macellazione. Ora sarebbe stato la casa lontano da casa di cento prigionieri di guerra americani. Dentro c’erano cuccette, due stufe panciute e un rubinetto. Dietro il rubinetto c’era una latrina, formata da una sbarra con i buglioli sotto. Sopra la porta dell’edificio c’era un grosso numero. Il numero era “cinque”. Prima che gli americani potessero entrare, la guardia che faceva da interprete disse loro di ricordare quel semplice indirizzo, nel caso si fossero persi nella grande città. Il loro indirizzo era questo: Schlachthofunf. Schlachthof significava mattatoio; funf era il vecchio buon numero “cinque”. (Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5, p.142)

 

“Sa,” disse, “noi qui, la guerra abbiamo dovuto immaginarcela, e ci siamo immaginati che a farla fossero degli anziani come noi. Avevamo dimenticato che a fare la guerra sono i ragazzini. Quando ho visto quelle facce appena rasate, è stato uno choc. ‘Dio mio, Dio mio’, mi sono detto, ‘questa è la Crociata dei Bambini'” (Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5, p.102)