LA MONTAGNA INCANTATA di Thomas Mann
Da secoli prendeva la polvera sulla mia libreria.
La paura delle sue 700 pagine. La paura di affrontarlo. La paura di metterci un'eresia di tempo a terminarlo. La paura di capirlo.
Infine ho iniziato a leggerlo, e dopo tanto tempo, sono riuscito anche a concluderlo. E mi è piaciuto.
Thomas Mann scrive da dio. Ci sono alcuni passaggi narrativi de La montagna incantata, che, veramente, incantano, deliziano i sensi. Per tale intelligenza, sapienza, e naturalezza di scrittura del suo autore.
La montagna incantata racconta di tale Hans Castorp e dei suoi sette anni passati in un sanatorio in Svizzera. Un soggetto così semplice, così scarno, diventa un libro di quasi 700 pagine, che vi parlerà di tutto, della Storia, di fede e ragione, di arte e scienza, di musica, di dolore e crescita, di sogni, dell'amore e dell'amicizia, e tanto altro: un tutto che vedrete vi condurrà all'unico, che unisce tutte queste cose, quell'unico che le vive: l'essere umano.
Leggerete La montagna incantata e penserete che sia opera di un realismo assoluto, attento: vi sorprenderà, nel suo incedere a piccoli, misurati e sentiti passi per il suo simbolismo, per le sue verticalità, proprio come una montagna.
"Castorp cercatore del Gral - non lo avrete pensato quando leggevate la mia storia, e se io stesso lo pensai, fu più o meno che un pensiero. Fate il favore di rileggere il libro sotto questo angolo visuale: troverete allora che cosa sia il Gral, il sapere, l'iniziazione, quel "supremo" che non solo l'ingenuo protagonista, ma anche il libro stesso vanno cercando. Lo troverete soprattutto nel capitolo intitolato "Neve" dove Castorp, smarrito in altitudini mortali, sogna il suo onirico poema dell'uomo. Il Gral che egli, anche se non lo trova, intuisce nel suo sogno quasi mortale prima di essere trascinato dalla sua altezza nella catastrofe europea, è l'idea dell'uomo, la concezione di un'umanità futura, passata attraverso la più profonda conoscenza della malattia e della morte. Il Gral è un mistero, ma tale è anche l'umanità: poichè l'uomo stesso è un mistero, e ogni umanità è fondata sul rispetto del mistero dell'uomo". (Thomas Mann)