"La vita si osserva molto meglio da una finestra sola".
"La vita si osserva molto meglio da una finestra sola"
"Sorrise con aria comprensiva, molto più che comprensiva. Era uno di quei sorrisi rari, dotati di un eterno incoraggiamento, che si incontrano quattro o cinque volte nella vita. Affrontava – o pareva affrontare – l'intero eterno mondo per un attimo, e poi si concentrava sulla persona a cui era rivolto con un pregiudizio irresistibile a suo favore. La capiva esattamente fin dove voleva essere capita, credeva in lei come a lei sarebbe piaciuto credere in se stessa, e la assicurava di aver ricevuto da lei esattamente l'impressione che sperava di produrre nelle condizioni migliori."
"E a me piacciono le feste grandiose. Sono così intime. Nelle piccole feste non c'è privacy."
"Ci sono solo quattro tipi di persone: il perseguitato e il persecutore, chi ha sempre da fare e chi è stanco."
"Anche in quel pomeriggio doveva aver passato dei momenti in cui Daisy non era stata all'altezza dei suoi sogni -e non per colpa sua ma a causa della colossale vitalità dell'illusione di lui. Illusione che era andata al di là di lei, al di là di tutto. Lui si era gettato in esse con una passione creativa, accrescendo quell’illusione all’infinito, adornandola con ogni piuma brillante che aveva fluttuato sulla sua strada. Non c’è incendio così grande o gradazione di freddo che possa sfidare ciò che un uomo custodirà in fondo al suo cuore spettrale.”
“Sono rimasto ubriaco per almeno una settimana, e allora pensai che mi avrebbe reso sobrio il fatto di sedermi in una biblioteca.”
“La notte, nel letto, lo perseguitavano le ambizioni più grottesche e fantastiche, il cervello gli tesseva un universo di sfarzo indicibile, mentre l'orologio ticchettava sul lavabo e la luna gli intrideva di luce umida gli abiti sparsi alla rinfusa sul pavimento. Ogni notte alimentava le sue fantasie finché la sonnolenza si abbatteva con un abbraccio dimentico su qualche scena vivace. Per un certo periodo queste fantasticherie gli procurarono uno sfogo all'immaginazione; erano un'intuizione confortante dell'irrealtà della realtà, una promessa che la roccaforte del mondo era saldamente basata sull'ala di una fiaba.”
“E mentre la luna si levava più alta le inutili case cominciarono a confondersi gradualmente finché non mi resi conto dell'antica isola che spuntò davanti agli occhi dei marinai olandesi - un seno verde e fresco del nuovo mondo. I suoi alberi scomparsi, gli alberi che avevano ceduto il posto alla casa di Gatsby, avevano fatto da ruffiani bisbiglianti all'ultimo e immane dei sogni umani; per un attimo transitorio e incantato l'uomo doveva aver trattenuto il respiro alla presenza di questo continente, costretto a un'estatica contemplazione che né capiva né desiderava, faccia a faccia per l'ultima volta nella storia con qualcosa commensurato alla sua capacità di meraviglia. E mentre sedevo là a riflettere sul vecchio mondo sconosciuto, pensai alla meraviglia di Gatsby la prima volta che individuò la luce verde sul molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per arrivare a questo prato azzurro, e il suo sogno gli doveva essere sembrato così vicino da non potergli più sfuggire. Non sapeva che l'aveva già alle spalle, da qualche parte nella vasta oscurità oltre la città, dove i campi bui della repubblica si stendevano nella notte. Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... e una bella mattina... Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato.”
(IL GRANDE GATSBY, Francis Scott Fitzgerald)