PAGELLONE CAMPIONATO 2011/12

16.05.2012 19:59

20. CESENA. Voto 3

Bruttissimo campionato quello della squadra romagnola, che non si è ripetuta dopo l’ottima annata dell’anno passato, quando, da neo promossa, si è confermata in serie A mostrando anche un bel gioco e soprattutto intelligenza sul mercato. Il mercato di Gennaio c’è stato anche quest’anno, e di buon livello, ma il meccanismo non ha funzionato. Decisiva la sconfitta con la Lazio, dopo essere passati avanti per ben due volte e mostrando anche una buona trama di gioco. La batosta psicologica è stata troppo pesante, perché la squadra si riprendesse. Inconcepibile anche l’allontanamento di Arrigoni dopo la sconfitta subita con il Milan. Soprattutto per fare spazio ad un tecnico mediocre come Beretta.

19. NOVARA. Voto 6

Ha onorato il campionato fino alla fine. Nel migliore dei modi. Una squadra tosta, precisa e dedita al lavoro. Ha fatto quello che poteva con i mezzi a disposizione; ma il sudore e l’impegno non sono bastati per la salvezza. Ha in Tesser, l’allenatore, il suo maggior punto di forza, e nel numero 10 Rigoni il suo talento più evidente. Possiamo rivederla presto nella massima serie.

18. LECCE. Voto 7

La squadra di Serse Cosmi è quella che ha reso ancora più bello e più emozionante il campionato, e più imprevedibile la lotta per la salvezza. Ha fatto tremare tutti quanti, chi arrivato a 40 punti pensava di avercela fatta. Non aveva fatto i conti con questo Lecce che non ne sapeva di fermarsi. Un girone di ritorno condotto ad altissimo livello, che ha visto il lancio di Muriel e la bella conferma di Cuadrado. Squadra esplosiva, davvero esaltante, come il suo allenatore. Pesa la prima parte di stagione, fortemente in negativo. Da dieci gli applausi che i tifosi riservano alla loro squadra, dopo l’avvenuta retrocessione in campo nell’ultima giornata, all’ultima curva.

17. GENOA. Voto 3

Davvero imbarazzante con una rosa così, e alla luce delle stagioni precedenti, salvarsi all’ultima giornata, patendo le pene dell’inferno per quasi l’intero campionato. Non si capiscono le successioni in panchina; si comprende ancora meno l’atteggiamento vandalico dei tifosi a poche giornate dalla fine. Il grifone ha fatto veramente poco quest’anno, anche in qualità di gioco. In fase offensiva non è dispiaciuto, ma la difesa è stata un vero e proprio colabrodo.

16. PALERMO. Voto 4

Oggetto misterioso questo Palermo. Dei bei talenti, giovani, con prospettive. Ma non pienamente esplosi, e il Palermo ha faticato fino alla fine per ottenere la salvezza; la stagione peggiore per Maurizio Zamparini. Un campionato gestito male in tutti i sensi: in primis, dall’esonero, inspiegabile, di Pioli, quello che si è rivelato poi uno dei più bravi allenatori di questo campionato alla guida del Bologna. Le cavolate si scontano.

15. CAGLIARI. Voto 5

Si è salvato. Ma non è stata certamente la miglior stagione della squadra sarda. L’acquisto di Pinilla è stato decisivo nel portare un po’ di verve in un attacco spento per l’intera prima parte di stagione, veramente assurdo. Rimangono in mente alcune prodezze dello stesso Pinilla, e alcuni lampi di pura classe del giovane Ibarbo.

14. SIENA. Voto 7

Ottima stagione quella dei senesi, neo promossi. Guidati da uno degli allenatori più interessanti della nostra serie A e del nostro calcio italiano, sono riusciti a raggiungere la salvezza senza faticare eccessivamente, ma il giusto, per raggiungere quello che era l’obbiettivo prefissato ad inizio stagione. Squadra ordinata a livello tattico, precisa soprattutto in difesa, ha poi trovato in Mattia Destro il terminale offensivo decisivo: uno di quei giovani geniali dal bel futuro (per ora è già Nazionale). Non dimentichiamo del percorso condotto dalla squadra toscana in Coppa Italia, eliminata solo in semifinale dal Napoli, ma lottando fino all’ultimo alla pari e alla grande, e con le riserve, per un posto in finale.

13. FIORENTINA. Voto 3

Una squadra come la Fiorentina non può faticare così tanto per la salvezza. Ma piuttosto dovrebbe farlo, se non per lo scudetto, almeno per un posto in Europa. Macchè. Squadra spenta, senza fari, ad eccezioni del grandissimo Jovetic, unico giocatore di punta della rosa di quest’anno. Ben poco, troppo poco. Non basta la vittoria a San Siro contro il Milan per salvare una stagione, anche perché è arrivata più per demeriti dei rossoneri che per meriti della squadra allenata da Delio Rossi. E l’acquisto Amauri? Inutile continuare a parlare della stagione della Fiorentina, credo.

12. ATALANTA. Voto 8

Impresa. Veramente. Partire con 6 punti di penalizzazione e arrivare a quota 46, che sarebbero 52 - ovvero top score della squadra di Bergamo nella massima serie –, raggiungendo una salvezza abbastanza tranquilla, è stato un mezzo miracolo. Avvenuto grazia al talento di Colantuono in panchina e di Denis, attaccante esplosivo, delle cui capacità, oggettive, si parla ben poco.

11. CATANIA. Voto 8

Si è un po’ arenato nell’ultima parte di stagione, sennò il voto sarebbe stato decisamente più alto. Perché il Catania di Vincenzo Montella è la squadra che, dopo pochissime altre, ha mostrato il gioco più bello in questo campionato: tatticamente ben disposto in campo con un 4-3-3 offensivo, sapeva costruire azioni manovrate e pericolose con facilità e continuità, guidate dall’attenta regia di un Lodi finalmente in evidenza, e di due attaccanti di grandi qualità: Gomez e Bergessio. Ci hanno regalato gran belle partite. Ha sfiorato l’Europa; la troppa tranquillità finale, e la poca esperienza hanno pagato nel rush finale.

10. CHIEVO. Voto 8,5

Perché il Chievo è una città piccola e una società altrettanto modesta. Perché avrà 1000 tifosi in tutto. Ma soprattutto perché è sempre al top, ogni anno, non sbaglia, centra la salvezza e spesso si accomoda al riparo molto prima della fine del campionato. Perché cambia di qui e cambia di là, del Chievo in serie B non se ne parla. Perché ormai è una squadra di A, in tutti i sensi. Perché la “favola Chievo” a diversi anni di distanza da quel campionato capolavoro, e, ripeto, capolavoro, sta continuando. E non ne vuol sapere di scrivere il suo The End.

9. BOLOGNA. Voto 8,5

Una delle squadre che ha espresso il miglior calcio quest’anno. Frutto del lavoro di uno degli allenatori più geniali del nostro Paese, Pioli, e delle giocate di due fuoriclasse mancini, finalmente esplosi: Ramirez e Diamanti. Non ha giocato con le infradito una volta raggiunta la quota salvezza come l’anno passato, ma ha continuato a esprimersi ad ottimi livelli, riuscendo a fermare, senza troppo soffrire, Juve e Milan, e battendo nettamente un Inter imbarazzante. Sorpresa. Un saluto e un inchino ad un bomber di razza pura come Marco Di Vaio.

8. PARMA. Voto 8,5

Ad inizio stagione una delle peggiori squadre, sulla quale potevi scommettere la sconfitta, sapendo di prenderci sempre. Ha ingranato e cambiato marcia, grazie alla cura Donadoni, allenatore non fantastico, ma che riesce sempre a fare il suo dovere, pulito e preciso e che, quando parte, non si ferma più: ricordate il Livorno di qualche anno fa? Squadra super mediocre che con Donadoni viaggiava al altezza Champions. Lui ci sa fare è vero, ma con un Giovinco così in spolvero il lavoro diventa sicuramente più semplice. Applausi a questo Parma, e al finale dalle 7 vittorie consecutive, che iniziava a profumare d’Europa. Profumo che, comunque, Giovinco sembra, per ora, aver sentito con la chiamata in Nazionale.

7. ROMA. Voto 6

Enigma. Mistero. A me il progetto di Luis Enrique piaceva e anche molto. Il calcio della Roma, per i ¾ del Campionato è stato il più bello espresso in Italia. Ritmico, veloce, equilibrato nelle geometrie e sempre pericoloso. Tuttavia i risultati non sono mai arrivati con continuità e coerenza a quanto espresso sul campo e questo ad un certo punto della stagione era abbastanza inspiegabile. Poi vedi giocare Kjaer centrale, e capisci subito il problema: difensore di bassissimo livello, e di conseguenza difesa assurda per quante penetrazioni riusciva a subire in una partita. Puoi giocare bene con la palla, a centrocampo e in attacco. Ma la palla non ce l’hai sempre, e devi saper difenderti... Sta di fatto che io Luis Enrique lo avrei confermato. Abbiamo perso una buona occasione di vedere qualcosa di nuovo in Italia, qualcosa che poteva un attimo rompere gli schemi.

6. INTER. Voto 5

“Pazza Inter amala!” Cavolo, è dura per questi tifosi amare questa, veramente, “pazza” Inter: e “pazza” non è un complimento. L’Inter è andata a intermittenza: schifo, benissimo, schifo, bene, schifo, bene, schifo. Partita male e pioggia di critica, arrivano le 7 vittorie consecutive in campionato e entusiasmo a go go, arrivando a parlare anche di scudetto. Poi di nuovo baratro, poi mini ripresa con Stramaccioni, e si parla di Champions, poi caduta a Parma, e addio, poi vince il derby e sembra che avesse vinto già la Champions del prossimo anno, così senza partecipare (bò): dulcis in fundo arriva sesta, a 26 punti dalla Juve, e all’ultimissimo posto libero per l’Europa League, che significa preliminari, che significa iniziare a fare sul serio ad Agosto. Sali e scendi. Nessuno, però, si è accorto che l’Inter di quest’anno è rimasta la stessa squadra dall’inizio alla fine: scarsa, debole, imbarazzante in difesa (ricordate i 3 gol presi dal Bologna?) e senza un’idea di gioco, anzi senza proprio gioco. I risultati non contano, quando non sai giocare a calcio, prima o poi, come si dice, i nodi vengono al pettine.

5. NAPOLI. Voto 6

Mezza delusione, dopo l’ottimo piazzamento dell’anno scorso. Ci si aspettava di più dagli uomini di Mazzarri. Ma dobbiamo tenere in considerazione l’impegno Champions e la Coppa Italia onorato al massimo fino all’appuntamento con la finale, e la rosa ristretta. Tuttavia l’occasione per riconfermare il terzo posto c’erano tutte, e il match point fallito con il Bologna non può accettare spiegazioni di alcun tipo. Non c’è stato il salto di qualità atteso.

4. LAZIO. Voto 8

Alla fine la Lazio la sua bella figura l’ha fatta anche quest’anno. Squadra che non muore mai, sempre viva; per questo, squadra che stupisce e sorprende quasi sempre. Esempio di un non perfetto stile di gioco, ma che produce comunque risultati e buone prestazioni: squadra cinica, che sa quello che vuole e spesso riesce ad ottenerlo. Edi Reja è un signor allenatore e un signore in tutti i sensi: i complimenti e i convenevoli scambiati con Guidolin a fine campionato sono momenti da apprezzare, da valorizzare per rendere testimonianza al valore vero e puro dello sport. E soprattutto perché sono di una naturalezza e spontaneità unica, come a dire, “è così che dovrebbe essere, sempre”. Klose uno degli acquisti più azzeccati del nostro campionato, un campione unico, intramontabile.

3. UDINESE. Voto 9

Ennesimo capolavoro della società di patron Pozzo. Secondo capolavoro firmato Guidolin, in successione. Di nuovo Champions, meglio dell’anno scorso, perché quest’anno è terzo posto, cioè meglio di tutte le altre squadre, escluse Milan e Juve. E senza Sanchez, Zapata e Inler, i pezzi grossi dell’Udinese dell’anno passato. Ma che ha cresciuto e presentato al mondo altri nuovi talenti, su tutti Armero, uno dei migliori giocatori di fascia che abbia potuto ammirare in questa stagione; ma anche Basta e i centrali difensivi Benatia e Danilo. Con la serietà e il lavoro, l’impegno e il sacrificio, con progettazione curata e bilanci in attivo, si arriva lontano. Sempre. Una stagione che sa di scudetto.

2. MILAN. Voto 8,5

Non ha vinto lo scudetto. Ma ci è arrivato comunque vicino, per il secondo anno consecutivo. Sono 160 punti in due anni, quelli che ha collezionato Allegri con il suo Milan. E’ vero, il Milan ha perso il campionato, e le colpe, forse, sono principalmente proprie; ma dicendo così si toglie il merito alla squadra di Conte, merito che ha: è pertanto giusto anche affermare che la Juve ha vinto questo scudetto. Il Milan ha giocato l’intera stagione con quasi sempre titolari illustri fuori per infortunio. E’ vero che, comunque, gli infortuni non sono una sfortuna, ma un errore della società, dovuto a qualche sbaglio, di scelte e di preparazione atletica: io infatti non condivido quasi mai chi si para dietro al problema infortuni, adducendo la colpa a chicchessia. Però è anche vero che i problemi incorsi a Cassano e Gattuso, di sbagliata preparazione fisica hanno ben poco a che vedere. Quindi, si può dire, il Milan è stato anche abbastanza sfortunato quest’anno. La perdita più grande per la squadra di Allegri è stata quella di Thiago Silva: senza di lui il Milan ha salutato in successione Champions e campionato. A mio modo di vedere, l’unica vera pedina essenziale per questa squadra. Solo la sua assenza può risultare decisiva. E così effettivamente è stato. Il Milan tuttavia ha fatto un buon campionato, dimostrando di essere più forte della Juve, soprattutto nei primi 60 minuti dello scontro diretto. Ha lustrato Nocerino, e ha fatto di Ibra il capocannoniere. Non si può sempre vincere, ma si può fare comunque bene, e non deludere. A me il Milan quest’anno non ha deluso.

1. JUVENTUS. Voto 9,5

La Juve invece ha sorpreso. Non credevo potesse vincere lo scudetto. Credevo in Conte, ci ho sempre creduto, e ho sempre affermato che poteva essere l’uomo giusto a guidare questa squadra, fin dai tempi del dopo Ranieri. Sono stato ascoltato (forse non hanno ascoltato me, però va bene uguale) solo qualche annetto più tardi, dopo qualche campionato non andato molto bene. La Juve ha vinto, anche perché concentrata e mirata completamente sul campionato. Ma comunque ha vinto, mostrando una condizione atletica inconcepibile, il vero punto di forza della squadra: forse la miglior condizione di tutte le squadre d’Europa, nessuno correva in campo come l’ha fatto la Juve, e con che costanza! Ha vinto anche mostrando un ottimo gioco: l’idea di gioco forse più chiara e netta, evidente, e specifica. Della Juve e solo sua: se i giocatori avessero avuto maglie diverse, e passamontagna sul viso, e non mi avessero detto che squadra fosse, avrei comunque riconosciuto la Juventus. Nei suoi movimenti senza palla, dimostrando vera sapienza tattica negli inserimenti sulle fasce e degli attaccanti al limite dell’aria. Nel suo reparto difensivo che sembrava un corpo unico di giocatori, fuorigioco condotto sempre alla perfezione. In Pirlo, pittore e geometra che traccia arcobaleni di rara bellezza: su tutti l’assist a Lichsteiner in Atalanta e Juve, gara d’andata, eseguito senza guardare. In Del Piero, capitano che abbandona, ma capitano intramontabile: vero uomo, vero sportivo, che è rimasto accanto alla sua squadra sempre, nella cocente delusione e amarezza della retrocessione, nel purgatorio di B, fino a questo scudetto che sa di rinascita. Sempre, come dovrebbe essere quando parli di amore. Lo sport è come la vita; nello sport c’è la vita. Campione di classe pura, tecnica sopraffina: vecchio e stanco, mezzo infortunato, si inventa un gol da fermo all’ultima giornata che è un capolavoro, un colpo da biliardo, di rara bellezza e precisione. Come a dire, “io il calcio ce l’ho nel sangue”. Incorono però il miglior giocatore di questa Juventus, secondo me. Non è Pirlo, né Marchisio, né Buffon, né Vidal, né Del Piero. Sarà perché ero un difensore centrale quando giocavo, e per questo ho un debole verso quel ruolo, ma per me il migliore di questa Juventus è stato Andrea Barzagli: non gli ho mai dato alcun credito, quest’anno è stato superlativo invece. Continuo e costante, preciso nelle chiusure, tattico, dinamico e autoritario: un difensore centrale eccezionale. Se è vero che il campionato italiano lo vince la miglior difesa, cosa anche quest’anno confermata, allora, veramente, il miglior giocatore di questa Juventus, quello di fatto decisivo non può che non essere lui. Aspetto, però, conferme, a partire dall’Europeo.

Questione terza stella? Non va messa assolutamente. Puoi pensare quello che vuoi, caro juventino, ma quello che pensi, che può anche essere giusto (anzi se parliamo del campionato 2006, dominato dalla Juve sul campo allora mi trovi anche in sintonia con il tuo pensiero), lo devi tenere dentro di te. Le regole ci sono e vanno rispettate, soprattutto accettate. Altrimenti, non possiamo lamentarci dei fattacci che si susseguono da anni nel nostro calcio e nel nostro campionato. Se una società come la Juve è la prima a non dare l’esempio, di cosa poi dovremmo lamentarci? La questione terza stella è veramente una caduta di stile per una società di questa caratura mondiale. Un comportamento ridicolo, per una società che proprio per aver infranto le regole (giusto o meno, non importa, così stanno i fatti) si è trovata a passare sei anni di attesa prima di poter tornare a vincere e ai vertici: ora che fa? Ci ricasca, tenta di infrangere di nuovo le regole. Bò. Ma Agnelli, e altri carissimi tifosi Juventini, il cervello lo usiamo qualche volta? O quello è rimasto in Serie B?