PAGELLONE STAGIONE 2012/13
20. Pescara. Voto 5
Pronosticavo (https://saltimbanque.webnode.it/news/aspettative-diverse/)... “possibile retrocessa”. Il Pescara è retrocesso, come ultima della classifica. Allora vi chiederete perché il 5? Semplicemente perché è una media tra un girone d’andata superlativo (da 10) per questo organico, con 20 punti conquistati; e uno di ritorno davvero imbarazzante (da 0) con appena 2 pareggi ed entrambi lontani dall’Adriatico. I tifosi del Pescara nel girone di ritorno, nel proprio stadio, la domenica, hanno potuto solamente “ammirare” la propria squadra perdere. Vedere giocare il Pescara faceva quasi pena, ti nasceva dentro quel sentimento di “compatimento” che se riferito al calcio mette abbastanza tristezza. Alla fine della fiera il miglior Pescara è stato quello di Stroppa, l’allievo del maestro Zeman, squadra che ha faticato tanto, ma che ha fatto vedere anche belle cose, ed emergere talenti interessanti, di cui ora, dopo quel girone di ritorno disastroso, non parla nessuno: ma Bjarnason, Quintero e Celik sono giocatori da buona rosa, da squadra che si può salvare. Giocatori da tenere in considerazione. Il Pescara per rimanere in A doveva rimanere con Zeman. O senza di lui, aveva bisogno di un altro maestro, un vecchio del calcio, non gente alle prime armi come Bucchi.
19. Siena. Voto 6
Pronosticavo... “una delle prime a retrocedere”. Ci sono andato vicino, è stata la seconda. Bisogna però ammettere che il Siena ci ha provato fino all’ultimo a restare nella massima serie, onorando il calcio, lo sport, il campo da gioco, fino in fondo, fino alla splendida partita giocata con il Milan e persa più che per propri demeriti per quelli altrui (arbitro in primis). I -6 punti da cui sono partiti erano un handicap non da poco per una squadra già in partenza, nella costituzione della rosa, molto debole. Per questo motivo la sufficienza ci sta tutta, ed è meritata.
18. Palermo. Voto 2
Pronosticavo... “Una buona squadra allenata da uno dei nostri “autori della nouvelle vague” degli allenatori italiani: Sannino. Come si gioca al calcio lui lo sa, e lo insegna anche bene. Tutto sta nel vedere se gli interpreti del suo gioco saranno in grado di imparare. La difesa è il colabrodo dell’anno scorso, e se Sannino non fa qualche miracolo, sarà il vero punto debole della squadra siciliana. Quindi...Salvezza sì, ma nulla più”. E’ stata una sorpresa in negativo, anche se non mi ero allontanato di molto nel mio pronostico. Anzi avevo visto in Sannino l’unico e vero punto di forza della squadra: così è stato, effettivamente. Esonerato inspiegabilmente a inizio stagione, la squadra ha iniziato a inanellare risultati pessimi uno dietro l’altro, e il suo ritorno nel rush finale è arrivato forse tardivo e già segnato dal “senza speranze” di tifosi, e addetti ai lavori: quasi è riuscito nel miracolo di salvare il Palermo. Quindi dopo 9 anni la squadra siciliana saluta la A, si pensava che Zamparini avesse toccato il fondo nella stagione passata, quest’anno è andato ancora più giù: il vero colpevole è lui, e il suo maledetto e inspiegabile valzer di allenatori.
17. Genoa. Voto 2
Pronosticavo... “Si salverà a fatica. Oppure nemmeno ce la farà”. Ci sono andato vicino anche con il Grifone. 17esimo l’anno scorso, 17esimo anche quest’anno, e quanta fatica per salvarsi. Solo qualche pareggino da quota 1,5 nelle scommesse sono riusciti a non farlo precipitare nella serie cadetta. E solo un provvidenziale Marco Borriello,che l’anno scorso regalava lo scudetto alla Juve in quel di Cesena, e quest’anno ha messo in fila quei gol indispensabili per far evitare la plateale figuraccia al suo presidente Preziosi. È da tenere più in considerazione questo ragazzo qua, perché l’attaccante lo sa fare e anche bene: soprattutto nei momenti giusti. Ed è quello che conta.
16. Torino. Voto 5
Pronosticavo... “Salvo”. Così è stato. Dicevo anche che sarebbe stata la migliore tra le neopromosse, e invece ho toppato: anche perché il Torino ha un po’ deluso le aspettative, soprattutto nel gioco espresso. Ci si aspettava una squadra più spregiudicata e bella, e allo stesso tempo anche più cinica e concreta, alla Ventura insomma. Invece ha raccolto solo 8 vittorie nell’intero campionato, meglio solo di Pescara e Palermo. Si poteva e doveva fare di più.
15. Atalanta. Voto 6
Pronosticavo... “Salvezza tranquilla”. Salvezza è stata, tranquilla un po’ meno. Il gioco dell’Atalanta non è stato quello espresso la stagione passata, che è stata davvero esaltante. Più lento nei ritmi soprattutto offensivi, con un Denis spesso spento, e con un centrocampo che si accendeva di fantasia solo a tratti: perché di giocatori “fantasiosi” e anche “fantasistici” la Dea ne ha più di uno.
14. Sampdoria. Voto 6
Pronosticavo... “Si salverà? Sarà una lotta tra le due squadre di Genova”. Per buona parte del campionato è stato così, almeno finché nella panchina della Samp sedeva Ferrara, che dopo un buon inizio campionato, si è dimostrato per quello che è: un allenatore mediocre, da “danette danone”. Poi con Delio Rossi, mister invece di qualità, con una propria filosofia di gioco chiara e apprezzabile, la Samp ha iniziato ad ingranare, a mettere nel campo sostanza e qualità: Icardi è esploso, e da lui sono arrivati gol, alcuni dei capolavori, e la Doria si è salvata più tranquillamente della rivale. Da ricordare e non sottovalutare le due vittorie con la Juventus campione d’Italia: soprattutto quella del girone d’andata, sotto di un gol e con un uomo in meno. Chapeau.
13. Bologna. Voto 7
Pronosticavo... “Può salvarsi tranquillamente”. Ebbene l’ha fatto. Ma non è stato lo stesso Bologna dell’anno scorso, sicuramente anche perché indebolito nell’organico: per questo motivo il lavoro di Pioli è ancor più da lodare, anche per quello che è riuscito a tirar fuori da un quasi scomparso Gilardino, e da un sempre più decisivo Diamanti, il vero pezzo pregiato della squadra. Pioli merita una piazza più ambiziosa, perché ci sa fare.
12. Chievo. Voto 7,5
Pronosticavo... “Salva”. La favola Chievo è destinata a durare ancora. Con una sorpresa in più, che porta il nome di Eugenio Corini: ha rivitalizzato uno spogliatoio un po’ spento, ha dato sostanza ad una pochezza di gioco espressa nella prima parte di stagione, ha dato continuità di risultati: tutto ciò che serviva dopo l’infelice esperienza Di Carlo (inspiegabile, per il sottoscritto). Pellissier ha fatto il suo, come sempre, e Thereau è ora che approdi in una grande. Anche se il Chievo, nella sua piccola dimensione calcistica, è una grandissima.
11. Cagliari. Voto 8
Pronosticavo... “Possibile retrocessa”. Si è salvata invece, e anche piuttosto bene e tranquillamente. Questo pronostico l’ho cannato: ma non davo uno spicciolo a Ficcadenti, e infatti non gliel’ha dato nemmeno la società che ha deciso di esonerarlo il più presto possibile: scelta felice, che ha portato la squadra sarda a giocare un ottimo calcio, con il duo Pulga – Lopez, e non era semplice, soprattutto per la questione stadio. Il Cagliari ha giocato senza pubblico, e sempre in trasferta, paradossalmente anche quando il calendario lo prevedeva “in casa”. Un presidente assente, che, ripeto, ha solo azzeccato il cambio di allenatore: io non sarei nemmeno partito con Ficcadenti. Comunque contro tutto e tutti, il Cagliari ha fatto di necessità virtù, e ha trasformato elementi negativi in energia positiva, che sul campo si è espressa con un gioco di intensità costante, e anche con ottime geometrie offensive. Una sorpresa, per il sottoscritto.
10. Parma. Voto 6
Pronosticavo... “Forse si salva. Forse”. Anche qui, sbagliato: il Parma si è salvato e anche piuttosto tranquillamente. Ma ha dato spesso l’impressione di vincere più per demeriti degli avversari, che per veri meriti suoi. Il grande girone di andata, tra l’altro, faceva presagire tutt’altro epilogo: invece la squadra di Donadoni si è un po’ afflosciata, ha staccato la spina, e ha messo la modalità standby. E non va bene: perché restano i rimpianti, restano le briciole di un girone di ritorno non all’altezza, da salvezza, ma da 7 punti in meno dell’anno scorso, quando 7 era il numero di vittorie consecutive di fine stagione.
9. Inter. Voto 4
Pronosticavo... “da Champions”. È stata la vera sorpresa dell’anno. In negativo. Per me, per tutti. È vero che esprimevo già ad inizio anno molti dubbi sulla fase difensiva, che a mio parere avrebbe denunciato lacune e voragini incredibili: ecco fatto, la più penetrata in serie A dopo solo il povero e misero Pescara. Questo la dice tutta sul lavoro di un allenatore giovane e in erba come Stramaccioni. Che è vero, e questo bisogna rendergli merito, dal centrocampo in su sa il fatto suo, conosce schemi interessanti ed originali, che con gli attaccanti e i centrocampisti titolari, si sono espressi con grande efficacia e anche bellezza: e sono anche arrivati i risultati, su tutti la vittoria allo Juventus Stadium, nel girone d’andata. È anche vero che la rosa dell’Inter, per l’appunto, è stata falcidiata dagli infortuni, e che l’allenatore si è trovato costretto a giocare a volte con giocatori della primavera. Ma se compri Rocchi, invece di tenere un talento come Coutinho o Livaja, e poi ti si fanno male Milito e Palacio, e devi giocare per forza con tale Rocchi (profonda stima, ma ormai il suo l’ha dato e fatto), poi non puoi lamentarti. Gli errori si pagano a tutti i livelli: per me le colpe maggiori della stagione fallimentare le ha la società per un mercato condotto in modo inspiegabile. Un nome su tutti: Snejider. Potranno dire che era finito e tutto quanto, ma quando ti privi di un talento del genere, di un giocatore con piedi così straordinari, poi, ecco, non lamentarti se arrivi nono in campionato, insomma. Stagione fallimentare, al pari di quella dell’anno scorso. Anche in Europa, purtroppo, anche se quel ritorno contro il Tottenham è stata una partita veramente eccezionale e di altissimo livello, dove l’Inter avrebbe meritato di più, sicuramente. Per il prossimo anno, senza Coppe, e con un Mazzarri in più, se il mercato sarà condotto basta solo decentemente, allora sarà possibile un riscatto.
8. Catania. Voto 8,5
Pronosticavo... “Salva”, e che avrebbe fatto un bel campionato. È stato così. Anzi ha fatto meglio dell’anno scorso. Anzi, ha fatto meglio di sempre, nella sua storia calcistica, con i 56 punti conquistati, con l’Europa sempre a tiro. La macchina, ormai collaudata da qualche anno, va che è una meraviglia: bisogna solo trovare un conducente che sappia lasciarla andare, che sappia conoscerla per farla esprimere al massimo delle sue potenzialità. Maran c’è riuscito, e lo ha fatto meglio di Montella, che sembrava impresa impossibile. Con un gioco frizzante, imprevedibile e quasi sfrontato, il Catania ha saputo dare spettacolo, ha saputo rendere onore al gioco del calcio e alla sua bellezza.
7. Lazio. Voto 8
Pronosticavo... “Mezza classifica. Ma se Petkovic sorprende, l’Europa potrebbe essere un obbiettivo raggiungibile.” Suppergiù, c’avevo preso. La Lazio ha fatto una grande stagione: ha lottato all’inizio anche per lo scudetto, poi è stata in corsa Champions per un bel periodo di tempo, e ricordiamo che ha dovuto fare meno di Klose per 11 giornate ed era impegnata in Europa League, onorata fino ai quarti di finale. Onorata sì, perché ci sono squadre italiane che vanno in Europa, a giocare nei più importanti stadi del mondo, con 11 della primavera, facendo figure di m... colossali. Le stesse squadre che se arrivano quarte o quinte in campionato, quindi in Europa League, festeggiano come se avessero vinto uno scudetto. La Lazio ha onorato il campo europeo fino all’ultimo, con partite degne, importanti, giocando un gran calcio, di un’intensità unica, e mai doma: basta vedere gli ultimi minuti della partita contro il Fenerbache, quando le speranze di passare il turno erano ridotte a un solo lumicino di speranza. A Petkovic va stretta la mano, per aver gestito al meglio la stagione della sua squadra, anche con diversi infortuni, non dimentichiamocelo; per aver portato la giusta mentalità di “prestigio” europeo, che porta a qualche necessario sacrificio in campionato, come è logico e giusto che sia. E alla fine ha avuto ragione lui: settimo in campionato, quarti di Europa League, e Coppa Italia, che vuol dire qualificazione alla prossima Europa League. C’è solo da migliorare. Grazie Petkovic, grazie Lazio.
6. Roma. Voto 5
La pronosticavo come “la vera sorpresa alla corsa per lo scudetto”. È la mia vera delusione. Delusione per il lavoro condotto da Zeman fino a lì, delusione per il suo esonero che non ha visto risultati poi tanto migliori, con il nuovo allenatore. Quindi forse se si fosse continuato con Zeman sarebbe stato un epilogo diverso, sicuramente non peggiore di questo. Di un punto meglio dell’altra squadra della capitale, la Roma, però, come l’anno scorso, ha alternato momenti di altissima espressione calcistica - rimangono ancora impresse le partite vinte contro Fiorentina (su tutte) e Milan, entrambe nel girone d’andata - con momenti imbarazzanti. La rosa è una delle migliori del nostro campionato, se non la migliore in assoluto se guardiamo in prospettiva futura, perché è ricca di giovani di talento e qualità. Ha bisogno di un allenatore che le faccia trovare tranquillità e continuità. Così non va. Il sesto posto per una squadra con queste individualità è inaccettabile.
5. Udinese. Voto 8
Pronosticavo “Europa”. Così è stato. Ancora l’ennesimo capolavoro della società friulana in campionato: ha venduto tutti i pezzi pregiati, ne ha trovati di nuovi, e con un Di Natale per il terzo anno di fila sopra quota 20 gol, il quinto posto è stato pazzesco, come le 8 vittorie consecutive del rush finale. Incredibile. Toppa, e in modo clamoroso l’appuntamento con il palcoscenico internazionale: fuori ai preliminari di Champions in modo davvero comico per il famoso cucchiaio di Maicosuel, non riesce poi ad onorare l’Europa League nel modo migliore, a parte la vittoria contro il Liverpool, a casa loro, che rimane il momento più alto della stagione dell’Udinese. Ma presentarsi a giocare in Europa con la formazione B, usare l’Europa League per far crescere i giovani in rosa, e chi trova meno spazio, non ha senso, anzi è una mancanza grave che non rende merito né a Guidolin né alla società: perché poi le due sconfitte consecutive contro i modesti svizzeri dello Young Boys sanno di “ridicolo”. E poi non voglio vedere festeggiare come matti per un quinto posto in campionato che significa Europa League: perché è un cerchio vizioso che non ha senso. Festeggi per essere in Europa League e poi non la giochi, perché punti sul campionato. Arrivi quinto, grande piazzamento, festeggi perché sei in Europa, e non la onori come dovrebbe essere perché la priorità c’è l’ha il campionato. Arrivi quarto, ecc... Cara Udinese preferisco vederti decima in campionato, ma alzare la coppa europea a Maggio. Che dici? Tu no?
4. Fiorentina. Voto 9
Pronosticavo... “da Europa League”. E la Fiorentina ci arriva, anzi avrebbe meritato anche la Champions, che è andata al Milan, dopo una corsa spettacolare tra le due squadre ultimata con tanto di colpi di scena finali, proprio all’ultima giornata di campionato. Una grande stagione quella dei Viola. La miglior squadra italiana in assoluto per gioco espresso (al pari di qualche sprazzo sporadico della Roma di Zeman): velocità, ampiezza di manovra con un gioco sulle fasce brillante ed esplosivo, padronanza del campo, geometrie millimetriche condotte da un centrocampo tutto piedi che ha trovato in Borja Valero la sua punta di diamante (il miglior giocatore del campionato secondo me, insieme a Vidal della Juve). Montella è un allenatore che si è fatto conoscere piano piano, ed è arrivato alla sua consacrazione. La Fiorentina è tornata al top, c’è da divertirsi.
3. Milan. Voto 8
Pronosticavo... tra i primi tre, e anche da scudetto. Non è stato da scudetto, nel modo più assoluto, anche se il passo tenuto nel girone di ritorno è stato pari se non superiore a quello della Juventus Campione d’Italia. Ma il Milan non ha mai lottato per il titolo. E ad inizio stagione nemmeno per un piazzamento in Champions, perché gli 8 punti nelle prime 7 giornate erano decisamente da retrocessione e tutto potevano far presagire che ad un finale di questa portata. Pertanto, una stagione, in campionato, ottima: una rincorsa estenuante e faticosa che, nella maggior parte dei casi, quasi mai porta a risultati prefissati. Il Milan c’è riuscito per merito soprattutto di quel signore che siede in panchina, il conte Max, a cui, notizia fresca di giornata, è stato rinnovato l’impegno da allenatore del Milan anche per la prossima stagione. Allegri che ha portato il Diavolo quasi ad eliminare dalla Champions agli ottavi il Barcellona, con un 2 a 0 a Milano pesante, a cui ha fatto eco però un altrettanto pesante 4 a 0 in terra blaugrana da parte di Messi e compagni. Per la rosa a disposizione, per aver perso Thiago Silva e Ibra e tutti i grandi senatori, da Gattuso a Seedorf, passando per Nesta e Zambrotta, e per finire con l’infinito Pippo Inzaghi, il Milan quest’anno non ha per niente sfigurato. Doveva essere l’anno 0. Ripartire da un piazzamento Champions, e da un’Europa onorata in quel modo, non è affatto male. Anzi, è stata un’impresa.
2. Napoli. Voto 7
Pronosticavo... “da Champions e, chissà, anche da scudetto”. Anche per il Napoli è andata così. Ci ha combattuto, per il tricolore, senza mai veramente arrendersi fino a quando la matematica ne dava ancora la possibilità. Il voto però è una media tra lo splendido campionato, da 9, e la pessima Europa League, da 5. Cioè per me Mazzarri e De Laurentis e tutti i critici e giornalisti vari possono sbandierare quanto vogliono il secondo piazzamento del Napoli, con ben 78 punti che non sono pochi (ma non sono nemmeno da scudetto, come per dire sì grande merito della Juve, ma soprattutto demeriti del Napoli), e parlarne come di un capolavoro, o di un campionato eccellente. Non conta un tubo. Ma sacrificare qualche punticino invece, che avrebbe permesso comunque di arrivare secondi, perché i 6 punti dal Milan sono abbondanti, e quindi ottenere l’unico risultato possibile, senza coltivare vane speranze da Campioni d’Italia, e quindi, puntare un pochino più sull’Europa, senza fare figure di m... con i ciechi del Victoria Plzen, no eh?? Che dite? Per me, da italiano, è inaccettabile e inconcepibile. E se devo giudicare il rendimento di una squadra, quello che ha combinato nel palcoscenico europeo, molto più vasto dell’orticello di casa nostra, è decisamente più rilevante e pesa di più. Il Napoli ha deluso, non del tutto, ma quasi. Un po’ come l’Udinese. Soprattutto per la squadra che è, per il gioco coinvolgente e cinico che ha dimostrato in più di un’occasione quest’anno, per avere in rosa il vero ed unico fuoriclasse del nostro campionato, Cavani (se non quasi 2 per il sottoscritto, perché quell’Hamsik lì è un vero fenomeno ormai). Per fortuna hanno preso Benitez: uno che le coppe è abituato ad alzarle, a cui piace alzarle, a differenza di Mazzarri.
1. Juventus. Voto 9
Pronosticavo... “per lo scudetto”. Pronostico facile in questo caso? Per me non lo era: perché avevo più di un dubbio nella riconferma della Vecchia Signora nel nostro campionato, perché di fattori nuovi e incerti ce n’erano diversi da mettere in conto in questo 2013. Invece la squadra di Conte mi ha stupito, è riuscita a vincere lo scudetto con più facilità dell’anno scorso e con più punti, e con un gioco ancora migliore sotto tutti i punti di vista, soprattutto nel centrocampo, il vero punto di forza, il fiore all’occhiello, di questa squadra. Ha schiacciato tutti in campionato, e non si mai arrestata. È stata schiacciata in Europa da quel Bayern che poi ha alzato la Coppa dalle grandi orecchie. Ecco il 9 non è solo per il campionato, che sarebbe assolutamente da 10, ma per la Champions, comunque da 8. Perché il 3 a 0 rifilato al Chelsea (che per ricordarlo ha vinto l’Europa League) è stata partita d’antologia, e perché arrivare fino ai quarti, dopo 7 anni vissuti a guardare da casa, non è affatto male, anzi. Ma secondo me questa Juve contro il Bayern poteva fare di più: anche uscire sì, ma mettendo in campo un minimo di gioco e orgoglio, che sicuramente ha, e che non si è visto. Inspiegabile. Comunque la Juventus è stata la miglior squadra italiana della stagione 2012/13.