PAGELLONE Campionato Serie A 2015/16
20. HELLAS VERONA. Voto 3. Quello che si poteva sbagliare è stato sbagliato. Bigon è la piaga, dove si sposta causa danni. Da tredicesimo ad ultimo, l’inizio dell’Hellas con pareggio contro la Roma dava adito a qualcosa di buono, che si è frantumato presto nella ricerca ossessiva del primo successo che ha tardato più di 10 giornate ad arrivare. Il cambio in panchina sbagliato: Mandorlini non ci stava capendo niente, vero, ma Del Neri senza i suoi uomini precisi per mettere in pratica l’unico modulo che conosce alla perfezione e di cui è uno dei più grandi maestri ed interpreti (a parer mio a livello europeo), cioè il 4-4-2, è il nulla assoluto. Troppe chanche di rimonta mancate, e la netta sensazione di una resa anticipata da molto prima della matematica retrocessione. L’addio del grandissimo Luca Toni meritava tutt’altra festa e celebrazione. Rimane l’unica perla di una stagione disastrata.
19. FROSINONE. Voto 5,5. Non era attrezzata per la A, ma a parere di chi scrive tra le 3 neopromosse era la meglio attrezzata per tentare di rimanerci, non solo come uomini in campo, ma come coesione di gruppo, e come “stadio”. Ci ha provato fino alla penultima giornata, e questo dà atto di un cammino faticoso ma importante, coraggioso, perspicace. I risultati esterni, e la peggior difesa del torneo, purtroppo significano più di tanti semplici discorsi di circostanza. In serie A meno gol subisci, meglio stai (e meglio ci rimani). È un dato di fatto.
18. CARPI. Voto 6,5. Ad un punto dalla salvezza. Ad un centimetro. Chissà quale partita tornerà in mente agli uomini di Castori, dove quel misero punto è stato perso per strada. Un pareggio, invece di una sconfitta. Forse sarà un dettaglio piccolissimo, in un campionato lunghissimo. Forse quei rigori sbagliati da Mbakogu contro la Lazio. Al Carpi va fatto comunque un applauso, per averci provato e creduto fino alla fine, per aver inchiodato spesso le grandi di questo torneo, per aver mostrato talenti, anche italiani, sicuramente interessanti (su tutti l’ordinariamente straordinario Kevin Lasagna). L’errore che paga la squadra emiliana è l’esonero di Castori, avvenuto dopo qualche gara claudicante, ma non per questo compromissoria della classifica; una flessione che ci stava dopo un principio buono. Le quattro partite della gestione Sannino hanno minato l’equilibrio, che è stato ricomposto con il ritorno dell’artigiano Castori. Forse quel punto è stato perso lì, in quel vuoto di razionalità, di lucidità.
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