RISPETTO per mister Allegri
(Scusate il tono informale, colloquiale e anche scurrile: tra le righe di questo articolo c'è uno sfogo personale)
Non posso esimermi dal dire qualcosa. Come tifoso milanista, come amante del calcio, ma soprattutto come grande estimatore dell’allenatore Massimiliano Allegri, fin dai tempi del suo Cagliari. E le cose da dire sarebbero tante. Mettiamo subito in chiaro due cose: 1) il campionato del Milan è disastroso 2) Allegri non ha tutte le colpe. Ho detto qualcosa di scontato? Per alcuni sì, per altri forse no. A sentire, purtroppo anche qualche milanista, sembra di no.
Da dove partire?
· Sconfitta con il Sassuolo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso: è vero, insignificante se guardiamo l’intero campionato del Milan, ma decisiva per l’esonero di Allegri. Allora: il compito di un tecnico è preparare bene la partita. Non era stata preparata al meglio? A me sembra di sì: il Milan passa in vantaggio dopo 12 minuti di ben 2 gol. Poi se hai dei giocatori non scarsi, ma str.... che si addormentano e si lasciano andare come pappamolle alle balie offensive del Sassuolo che colpe può avere il mister? Più che berciargli “deficienti, str..., volete farmi esonerare?” che deve fare? Qualcuno dice, doveva far giocare Rami: sì certo, perché Allegri avrebbe dovuto prevedere che 2 giocatori come Bonera e Zapata che nella loro carriera hanno offerto anche prestazioni di altissimo livello con squadre di altissimo livello, e non parlo di quelle che giocano nel nostro campionato, potessero farsi imbambolare e impallinare dal Sassuolo? Con tutto il rispetto per Berardi (grandissimo talento) e compagnia d’attacco, Zapata, Bonera, De Sciglio ed Emanuelson non erano adatti a reggere il confronto con questi? Credo che nessuno avesse potuto prevedere questa cosa. Poi bè la mentalità è un’altra cosa: l’allenatore deve trasmetterla. È vero. Ma l’impegno è tutto: questi se lo sono dimenticati, e non solo da ieri sera, ma da un bel pezzo. Inoltre: se un attaccante a 10 centimetri dalla porta, interamente spalancata, senza portiere, a colpo sicuro di testa, ti prende la traversa, che colpe dovrebbe avere l’allenatore? Forse non gli ha spiegato che non si stava giocando “alla tedesca” e che la traversa non è “d’oro”? eh già, è vero... Mourinho lo spiega sempre ai suoi giocatori prima delle partite....
· Barbara Berlusconi che sbotta e che dice: “così non si può andare avanti, bisogna cambiare!” Barbara chi? Chi è questa persona che si permette di giudicare l’operato altrui? Ah sì, ora ricordo: colei che ha inceppato tutto il mercato del Milan, circa due anni fa, impedendo la cessione di Pato. Tanti, tantissimi milioni, più Tevez. Sì, proprio Tevez, quello lì che sta facendo il fenomeno alla Juve. Non ha fatto niente, la cara Barbara, la prediletta: l’unica cosa che ha fatto l’ha sbagliata; si è preoccupata di tenersi il letto caldo, invece che del Milan. Non voglio dire che in futuro non potrà fare qualcosa di buono, anzi lo spero. Ma per ora il niente per quanto riguarda il bene del Milan, e un unico grande danno. Fosse stato Berlusconi Senior a sbottare, o Galliani, o qualche giocatore, l’avrei anche capito, ma da lei non lo accetto. Da chi, dati alla mano, ha solamente dimostrato, per ora, di sapersi occupare bene di qualcos’altro: che inizia sempre per c., ma non è il calcio.
· Allegri nei suoi tre anni e mezzo al Milan:
1. Alla prima stagione: Scudetto, dominato, e Supercoppa Italiana. In Champions il sogno si infrange causa piedi a roncola di Robinho, contro il Tottenham, agli ottavi. Aveva la squadra più forte, giocatori formidabili, come Thiago Silva e Ibrahimovic, e ha vinto, alla prima sulla panchina di una grande squadra. Poco da aggiungere.
2. Alla seconda stagione arriva secondo alle spalle di una grande e rivelazione Juventus targata Conte. Doveva vincere, perché aveva ancora la squadra più forte. Però: la Juve è stato un grande avversario (non ha mai perso!); Allegri ha giocato la parte decisiva della stagione (stagione sì, perché aveva anche la Champions, a differenza di Conte, onorata fino ai quarti contro il Barcellona degli alieni) con metà squadra fuori per infortuni: soprattutto uno importantissimo, alla fine decisivo, quello di Thiago Silva (l’infortunio del brasiliano è stato anche per colpa di Max, questo bisogna riconoscerlo, non l’ha gestito al meglio: si potrebbe approfondire la cosa, calcisticamente parlando, perché delle attenuanti ci sarebbero anche, ma non è questa la sede per farlo). Tuttavia, come la definì l’esperto e rispettabile giornalista Xavier Jacobelli, quella fu “un’ecatombe che avrebbe spezzato le gambe ad un esercito di elefanti”. Nonostante tutto il Milan è arrivato secondo. Dimentico un’ultima cosa: il gol di Muntari. Avrebbe cambiato qualcosa, sicuramente. Come non si sa. Prima andava convalidato, poi se ne sarebbe parlato.
3. Alla terza, arriva terzo in campionato, con una rimonta pazzesca nel girone di ritorno. Una squadra nuova, distrutta dalla società, Allegri ha tra le mani una rosa inconsistente, imprevedibile. Il progetto 0. Senza i campioni, senza le vecchie glorie. Compie un miracolo. Pesca dal cilindro De Sciglio, uno dei più grandi terzini italiani, in prospettiva futura. Fa esplodere El Shaarawy. Gestisce Balotelli come mai nessuno prima di lui. Il Milan, aiutato anche da qualche favore arbitrale, c’è da riconoscerlo, come la Fiorentina, che si lamentava tanto, e lottava con noi per il terzo posto, arriva in Champions. Nella coppa campioni di quell’anno invece, assistiamo al capolavoro tattico di Allegri contro il Barcellona, a San Siro, con Muntari, e compagnia bella: una squadra che non aveva nulla da invidiare a quella scesa in campo contro il Sassuolo. Chi sarebbe riuscito a battere il Barcellona 2 a 0, annichilendo Messi e compagni? Tutti o nessuno. A parlare da fuori.
4. È la stagione dolente. Quella in corso. Allegri si conquista la Champions contro un ostico PSV. In campionato il Milan zoppica fin da subito: poi in maniera vistosa fino ad essere eclatante. Però, è l’unica squadra italiana a passare il girone di Champions, non affatto semplice, contro Celtic, Ajax e Barcellona. Intanto la società fa casino: è una polveriera intorno al tecnico toscano, fin dall’estate. Berlusconi l’ha sempre criticato; Barbara pensa solo a fare esternazioni per mettersi in mostra, che fanno solamente male alla squadra che deve andare in campo a giocare; ci si mette anche Galliani ad arizzare il culo. In tutto questo Allegri mantiene una calma signorile: non sbotta mai, sempre equilibrato, sempre con la società. E soprattutto per il Milan. Sempre dedito a fare il suo mestiere. A cercare di farlo il meglio possibile, anche se i risultati non gli hanno dato ragione (quelli in campionato). Non si è mai scomposto. Lui ha fatto il professionista, ha fatto il suo dovere. Almeno ci ha provato. Se anche gli altri lo avessero fatto, forse... Società: fare mercato, almeno decente. Ci ha provato? Giocatori: metterci un po’ di testa e impegno, se i piedi non ce l’hanno. Ci hanno provato? Rispondete da voi.
Posso interpretare il senso del cambio solo in un modo: dare una scossa. Mentale, psicologica, soprattutto. Perché altrimenti non lo capisco: il campionato era andato da un bel pezzo. Salvezza tranquilla era un obbiettivo minimo e raggiungibile alla grande. Bastavano gli stessi punti del girone d’andata: sfido chiunque a fare peggio, insomma! C’era una Champions da onorare, che per ora, fin dai preliminare, il conte Max con i suoi ragazzi ha fatto. Ne aveva il diritto di giocarsi la sua ultima coppa campioni con il Milan. E infine c’era una coppa Italia alla portata di Allegri e di questa squadra con tantissimi giovani interessanti, come Cristante e Saponara. È andata così.
Ora poche manfrine. Abbiamo l’Europa da giocarci. Altro che traghettatori. Subito il Signore della Champions!
GRAZIE Mister Allegri.
RISPETTO, è quello che merita, dal Milan, dai suoi tifosi.
Le auguro una carriera ricca di soddisfazioni e successi. Sono sicuro che sarà così.