ROBERT ZEMECKIS
Oggi ci confrontiamo spesso (giustamente) con Michael Mann, con Xavier Dolan, con David Lynch, Terrence Malick, con Iñárritu e il suo Birdman, parliamo dell’esperimento Boyhood di Linklater, o del 3D di Gravity di Cuarón, per elencare alcuni nomi e titoli che possono saltare in mente quando pensiamo ad una rivoluzione cinematografica, portata avanti con e per il digitale, ma anche per cause ed obbiettivi altri, tra loro diversi. Ma c’è un regista che più di ogni altro, e spesso in modo sommesso, senza esagerazioni, quindi quasi gentilmente, ha trasformato, e lo sta ancora facendo, le basi e i concetti stessi del linguaggio del cinema; e più di ogni altro può essere chiamato sperimentatore, non di quelli plateali, eccessivi ed esagerati, quasi incoscienti, ma di quelli che conoscono il cinema e la sua natura e ne mostrano ammirazione e riverenza, e soprattutto conoscono il pubblico, e lo rispettano profondamente, mai mettendo in secondo piano, perciò, la sua fondamentale percezione, fruizione, e il suo intrattenimento. www.filmedvd.it/riflessioni/robert-zemeckis-un-cinema-classico-davanguardia/