STAGIONE F1 2012- Gran Premio degli Stati Uniti
Ci avviamo verso il finale di questa entusiasmante stagione di Formula 1. Entusiasmante perché ancora non ha espresso il verdetto finale per il titolo piloti. Perché a lottare sono due eccellenti piloti, come Alonso e Vettel. Perché i 13 punti che li separano sono tanti, ma paradossalmente anche pochi. Le aspettative per Interlagos sono tante e alte: che vinca il migliore, ma soprattutto che vinca lo spettacolo che, questo sport, quando vuole, sa dare come nessun’altro.
Gran Premio degli Stati Uniti. Voto 8
Qui ad Austin in Texas è andato in scena uno dei gran premi più interessanti e belli di questa stagione. Il circuito piace, perché costruito sapientemente nel mix sempre attraente tra misto e lunghi rettilinei, ma soprattutto rispettando i saliscendi del terreno. Da promuovere, sicuramente! La gara, bè, anche chi non fosse riuscito a vederla, aver appreso che due grandi piloti, con due grandi macchine, che più o meno si equivalevano, si sono contesi la vittoria per tutti i 60 giri, avrebbe di certo capito che gran gara fosse stata. E in effetti è così: Lewis, il pilota sublime, e Vettel, “duro come un muro”, hanno dato vita ad un grande show, che richiama la vera natura competitiva di questo sport. Intorno a loro il contorno perfetto di sorpassi, problemi ai box, scivoloni, toccatine e ritiri. Non vorrei fosse stato già servito il dessert, con questo GP degli Stati Uniti: vorrei che fosse ancora solo l’antipasto. Un eccezionale antipasto, da leccarsi i baffi. Ma solo un antipasto. In attesa del piatto principale: con la speranza che sia ricco, buono e pienamente soddisfacente.
PODIO:
- Lewis Hamilton. A volte ritorna, con prepotenza, a ricordare a tutti quanti chi è veramente il più forte, e chi, senza problemi di testa (molto pochi quest’anno) e di affidabilità (moltissimi) avrebbe potuto vincere anche questo titolo mondiale, non a occhi chiusi, lottando certamente, ma vincendo, altrettanto certamente. Perché di piloti come Hamilton non ce ne sono in circolazione, inutile dire, inutile fare: il solo Alonso è il vero asso che può contendere la palma di miglior pilota di questo periodo di Formula 1, all’anglo caraibico. E i due non risparmiano convenevoli e sviolinate a vicenda. “Lewis è stato il più forte quest’anno”: ripete da diversi weekend Alonso, forse per caricarlo in vista di un possibile importante aiuto che può dargli per i titoli, o forse perché lo pensa veramente. Bè l’aiuto domenica c’è stato, è vero, ma Lewis ha anche dato la dimostrazione che le parole di Alonso siano vere. Una gara corsa senza mai mollare la presa, braccando la preda e la prima posizione con ritmi incessanti e asfissianti, e riuscendo a prendersi la sua vittoria con un sorpasso all’esterno da manuale. Non è continuo, è sfortunato. Non vince molto. Tutto vero. Ma quando lo fa, non è mai banale, o scontato. Quando Lewis vince, ce lo ricordiamo sempre!
- Fernando Alonso. Se dovesse vincere questo mondiale, io lo farei santo. Perché per ogni gara possiamo parlare di veri e propri miracoli. Alla lettera! Solita partenza a razzo, cattiveria e giusta prepotenza quando spinge il piede sull’acceleratore per recuperare terreno a Webber: i tempi sono dalla sua parte, ma l’affidabilità della Red Bull (sbagliata, hanno pensato tutti i tifosi Ferrari) lo aiuta. Da lì in poi si rende conto che contro quei due davanti non ne può, nemmeno lui, che è santo. Allora amministra, sperando in un po’ di manna dal cielo, ma non arriva. Quest’anno la Ferrari è solo, e soltanto lui. Lui, solo lui, come pilota, si meriterebbe il titolo fin da subito, perché credo che il buon Vettel con quel carretto rosso non avrebbe raccolto la metà dei punti di Fernando. Il carretto rosso non si merita nemmeno di essere chiamato per nome. Attualmente. Forse sarò smentito in un’unica gara, quella decisiva.
- Sebastian Vettel e Felipe Massa. Costantemente sul mio podio, che premia i più meritevoli, indifferentemente dalla posizione nella quale si è tagliato il traguardo. Perché Seb se lo merita. Ha la macchina più forte, ma legittimare questa supremazia è una cosa doverosa, e non sempre semplice (vedi Hamilton): dunque complimenti ancora! Ha lottato domenica, contro un pilota vero, e fortissimo come Lewis. Non ha avuto timori, non ha voluto accontentarsi finchè non ha tagliato il traguardo, finchè anche l’ultimo metro di pista potesse consentire di dimostrare la supremazia automobilistica sull’avversario: forse non ci è riuscito, perché Hamilton è stato più forte di lui, ma sicuramente non ha sfigurato, anzi! Il record sull’ultimo giro sta ad indicare che Sebastian è cattivo e determinato a dimostrare ancora da capo, da zero, tutto il suo immenso e naturale talento alla velocità. E il palcoscenico di Interlagos lo sta aspettando... Un Massa così scatenato non si vedeva da molto tempo. Accetta per il bene comune di essere retrocesso in griglia di 5 posizioni, si rimbocca le maniche, e sforna una gara perfetta: tempi sul giro vicini a quelli dei due mostri davanti (lui sì, non Alonso), grandi sorpassi su Hulkenberg e Schumi, e una rimonta conclusa al quarto posto, dietro al compagno di squadra. Zitto, senza fare i suoi soliti proclami, obbedisce e fa il suo mestiere: e lo fa bene! Chissà che nella sua amata terra non possa rivelarsi proprio lui l’asso nella manica di Alonso.
CLASSIFICA PILOTI:
- Alonso 206
- Hamilton 195
- Vettel 167
- Raikkonen 162
- Button 85
- Massa 84
- Perez 83
- Grosjean 81
- di Resta 58
- Kobayashi 48
- Senna 45
- Rosberg 43
- Webber 43
- Hulkenberg 43
- Maldonado 40
- Schumacher 33
- Vergne 33
- Ricciardo 18