L'EPICA DELL'ORDINARIO LEICESTER

TOP & FLOP di Aprile 2016

10 CLOVERFIELD LANE di Dan Trachtenberg

PODIO

Primo posto alla Juventus, inevitabile. È il podio della giornata e non della stagione, anche se in questo caso le due cose coincidono: perché la vittoria sulla Fiorentina è il paradigma perfetto della stagione juventina, della prerogativa unica di questa squadra, drogata di vittorie. Nel 2 a 1 al Franchi c’è tutto quello che è stata la Juventus quest’anno. Più semplice di così.

Secondo posto alla Roma. Se la rimonta della Juve è stata a dir poco miracolosa, quella della Roma non si può dire da meno. Garcia l’aveva talmente ridotta alle macerie, sotto ogni punto di vista, che per Spalletti il lavoro si presentava più che arduo. Ora è a due punti dal secondo posto, occupato da quel Napoli che lottava per il titolo: impensabile! Le conclusioni penso siano semplici da fare.

Terzo posto a Kevin Lasagna. Gol pesanti, pesantissimi, soprattutto se rapportati ai minuti giocati da questo talento italiano. È il gol che fa vincere una gara bloccata sullo 0 a 0. È un’invenzione, è il coniglio pescato dal cilindro. È un gol da tre punti. Può essere il gol salvezza. A fronte dei 22 titolari stranieri in Inter-Udinese, mi sento di affermare: meno stranieri e più Kevin Lasagna per tutti!

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GATTACA di Andrew Niccol

PODIO

Primo posto a Francesco Totti. Impossibile non celebrarlo con questo gradino, dopo quello che ha “combinato” nella partita con il Torino. Il Campione è questo: quello che possibilmente non parla a voce, quello che si fa scivolare le cose addosso, quello che fa parlare il campo. E soprattutto quello che gioca al calcio, e dà tutto, anche in 10 minuti scarsi: il campione è quello che gioca per la squadra, per far vincere la squadra, e non per se stesso, o per i suoi interessi. Scriveva più volte Roberto Beccantini, giornalista sportivo: “I fuoriclasse hanno bisogno di una palla; i campioni, di una squadra”. Una squadra per cui giocare, segnare, e vincere.

Secondo posto a Dries Mertens. Classe, senso tattico, esaltazione stilistica: il belga ha tutto per poter essere titolare in ogni grande squadra. Ma qualcuno lo classifica come il perfetto giocatore che subentra a partita in corso, per dare una svolta. Lui, quando riesce a partire titolare, risponde così, come a Bologna per esempio: con tre gol, e assist. Un assolo impressionante. E il terzo gol, un capolavoro che non riesce a tutti.

Terzo posto al Chievo di Maran. La storia più bella del nostro campionato, da quando, piccola cenerentola vi si affacciò, intimorita, ben 15 anni fa. Continua a scrivere la sua storia, oggi, mettendo a referto la prima manita nella massima serie: 5 gol al Frosinone, un’altra salvezza, un altro capitolo.

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PODIO

Primo posto alle 22 vittorie sulle ultime 23 partite della Juventus. Numeri che parlano. Numeri che ribadiscono quanto detto qualche riga sopra sul vincere come necessità primaria. Il quinto scudetto consecutivo è ad un passo.

Secondo posto a Francesco Totti. Per il gol, pesante, che porta un punto, forse determinante. Capiremo a conti fatti quanto sarà valso questo gol del capitano della Roma. E allora anche Spallettidovrà ristabilire in asse di equilibrio certe parole e caricarle un po’ più di significato, seppur nella loro scontata verità.

Terzo posto a Jack Bonaventura. Simbolo tecnico di un Milan senza tecnica. La prima vittoria di Brocchi in una partita ufficiale conta come quelle di Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic. Di nuovo, come c’era da aspettarselo, non si è visto nulla. Se non, per l’appunto, quel Bonaventura libero di muoversi tra le linea di centrocampo ed attacco, ed “inventare” qualcosa degno del Milan, come l’azione che ha portato al gol Bacca. Conte lo tenga in considerazione. È la minima soddisfazione per un Milan ai minimi termini.

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PODIO

Primo posto a Mauro Icardi. Semplicemente perché fa 50 gol in 100 partite, e c’è chi ancora lo contesta. È già un fenomeno, ma sì, potrebbe dare ancora di più: comprendete la caratura di questo giocatore? Ne intuite il possibile ed illimitato potenziale? Se fossi l’Inter me lo terrei stretto e ripartirei da lui. Come ha fatto Mancini quando le cose non andavano per il verso giusto, guarda caso. 

Secondo posto a Gianluigi Buffon. Spesso salito su questo podio. A dimostrazione di una qualità che non va diminuendo con l’età. Ha ancora tanto da dirci, tanto da insegnare, tanto da mostrare: prendete le parate dell’altra sera a San Siro su Balotelli, quella sulla punizione, quella da un metro di distanza. Impossibile discuterlo, perché oggettivamente il migliore.

Terzo posto alla Lazio di Simone Inzaghi. Palermo era la miglior prospettiva presentabile per ripartire (la squadra) e partire in questa nuova avventura (Inzaghi). Ma non è mai scontato vincere in questi momenti, in certe situazioni e circostanze. L’intuizione, per stare tutti più tranquilli, èaffidarsi all’usato sicuro, e stai certo che qualcosa ne ricavi: Klose ringrazia e annienta i rosanero con due gol, prima del tocco finale di Felipe Anderson.

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VELOCE COME IL VENTO di Matteo Rovere

PODIO

Primo posto alla Roma di Spalletti. La squadra migliore del nostro campionato, al momento, unendo i fattori gioco e risultati. Nonostante questa Lazio, vincere il derby non è mai scontato o facile. La Roma l’ha reso tale, sebbene una ventina di minuti di orgoglio Lazio sul 2 a 0 dei giallorossi. Tutti concorrono alla manovra; centrocampisti ed attaccanti vedono la porta in modo privilegiato, frutto di allenamenti sicuramente mirati. Qui non lo dichiarano, ma l’obbiettivo è ora il secondo posto, distante 4 punti.

Secondo posto alla domenica di Suso. Tre gol, uno più bello dell’altro. Lo spagnolo lustra il mancino, e fa meraviglie: tiro da fuori per il primo gol; tiro a giro sul secondo palo in area per la seconda marcatura; dribbling e bolide sotto la traversa da posizione defilata per il terzo sigillo personale. Incanta come non gli era mai capitato in Serie A.

Terzo posto alla rovesciata splendida di Pinilla. Impossibile ogni volta che sforna questo suo marchio di fabbrica che il cileno non entri in questo podio. L’esecuzione è ancora una volta perfetta, il gol pesante perché stabilisce la parità a scadere del primo tempo. Gli occhi apprezzano e ringraziano.

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