Dignità cinematografica

09.06.2012 09:12

La seconda giornata del Tolentino International Film Festival si è aperta con una interessantissima conferenza stampa, dall’atmosfera piacevole e stimolante culturalmente, creata dai vari registi, dei lungometraggi prima, e dei corti poi - autori tra l’altro uno più interessante dell’altro, artisticamente parlando - che si sono confrontati con intelligenza sui processi produttivi e creativi delle loro opere.

 

Qualche parola per ogni corto oggi in programmazione.

SENZA PREAVVISO di Costanza Bombarda e Carlo Cardelli: interessante lo spunto di lasciare un datore di lavoro e l’impiegato appena licenziato rinchiusi insieme all’interno di un parcheggio sotterraneo, per problemi tecnici alla sbarra. Lo sviluppo però lascia un po’ a desiderare, e il finale arriva troppo veloce, mostrando anche una certa incoerenza espressiva, di quanto mostrato in precedenza (es: le numerose inq., tra l’altro interessanti, sulle tubature). Per fortuna il titolo giustifica tutto quanto. Di fatto, Senza preavviso. Un po’ troppo però, dai.

DULCE di Ivan Ruiz Flores: cortometraggio spagnolo, molto intimista, molto toccante, molto bello. Racconta una storia, anche fortemente drammatica, soprattutto nel finale, con la piacevolezza di una fiaba. Ad evidenziare una coerenza stilistica con il messaggio d’amore che vuole far passare. Amore è poter prendere per mano la donna che ami. E tenerla stretta per sempre. Sempre. Oltre ogni limite concesso dalla natura umana.

NON AL DENARO, NON AL VENTO, Né AL SOLE di Marco Calvise: film interessante, e realizzato bene, ma che passa in secondo piano, non per colpe sue, ma piuttosto dell’elevata qualità della concorrenza. Nel cast un Massimo Ghini in un ruolo interessante, finalmente fuori dal suo stereotipo da cinepanettone. Si riflette: su realtà poco conosciute, lo scopo di lucro che sta dietro ad una cosa positiva come l’energia rinnovabile. In questo risiede il valore del film. Da non sottovalutare.

ENTER FUKUSHIMA di Alessandro Tesei: pensare di poter realizzare un documentario di questa portata, a livello di esperienza, ma anche cinematografica, è qualcosa di geniale. Lo scenario della zona proibita di Fukushima, in cui si è avventurato coraggiosamente il giovane filmaker marchigiano, è suggestivo, nella storia che riesce a raccontare. Il crescere della tensione, del climax rende il film un prodotto godibile, fortemente emotivo: ed era proprio questa l’intenzione di Tesei. Ci è riuscito alla grande.

SMILE di Matteo Pianezzi: quasi a modo di spot, è stato infatti il corto più breve presentato in giornata. Anche qui l’intenzione di rappresentare una realtà spesso nascosta, come quella dei sordomuti, è da apprezzare positivamente. Il film si regge su un’ottima interpretazione dell’attore protagonista, Martino Apollonio, espressa soprattutto nella mimica facciale.

LA COSA IN CIMA ALLE SCALE di Michele Torbidoni: un “corto kolossal”, è l’unica definizione che potrebbe al meglio inquadrare il film di Torbidoni. L’intento dell’autore infatti è stato quello di spingersi al massimo cinematograficamente parlando, nella ristrettezza economica, e nei tempi di un cortometraggio. Ne esce un prodotto interessante, tecnicamente eccellente, il migliore forse per qualità delle immagini, la fotografia sbalorditiva. Si omaggia il cinema americano anni ’80. Per questo, ancora più da apprezzare. Inquadratura finale, però, deludente. Si poteva evitare.

 

Ho visto il film tedesco di Urs Odermatt, The Wicked Uncle. In concorso. Oggetto strano. Ad un certo punto, una battuta pronunciata dalla ragazza protagonista, identifica perfettamente il film: “Una sega mentale, condotta come esperimento scientifico”. Questo è. Per me, non una cosa positiva. Ma qua e là, i suoi momenti da salvare e preservare dal caos generale, ci sono. Il montaggio è sorprendente, ma poteva essere sfruttato per un contesto tematico diverso.

 

SILVER CASE, anche questo in concorso, proiettato nella prima serata di ieri sera, è un prodotto molto interessante. Non mi dilungherò molto sul giudizio, perché ho intenzione di scrivere su questo film una piccola recensione nei prossimi giorni. Christian Filippella, ieri presente in sala, insieme all’attrice Claire Falconer, ha dato vita ad un’ opera che strizza l’occhio al primo Tarantino, quello di Pulp Fiction, riuscendo a tenere bene il pesante confronto, e sapendo reinventarsi, procedendo verso un’originalità soprattutto tematica, da prendere in considerazione. Un cinema indipendente che ha sede in America, e che si fa forza delle splendide attrattive paesaggistiche e cittadine del nuovo continente. Un cinema forte, che si muove sottobanco, ma che riesce a tenere botta in modo dignitoso e con gran qualità.

 

Christian Filippella e Claire Falconer sono persone alla mano. Entusiaste di poter essere al Festival di Tolentino, entusiaste di poter condividere la loro passione per la Settima Arte con altri filmaker.

 

PANDEMIA, film presentato fuori concorso, di Lucio Fiorentino si preannunciava molto accattivante. Ma, causa la non presenza di pubblico in sala, la proiezione è stata annullata. Un peccato, veramente. Sperare di poter vedere un film italiano basato su una storia ambientata in un mondo post apocalittico - soggetto alquanto strano per il nostro cinema – era un’idea che stuzzicava non poco la mia anima cinematografica.  Cercherò di rimediare al più presto.

Anche perchè Alice Palazzi, merita una visione. Per vedere se è brava, eh!